In dirittura d'arrivo lo Smell Of Us di Larry Clark dà la sveglia a un festival che, a parte Il notevolissimo, già citato, Pigeon, non lascia tracce di rilievo ma scorre tranquillo senza increspature.
Molti i rimandi: più di tutti al '68 nel rogo della Renault, a Gerard De Nerval, a Bob Dylan con una Forever Young a cappella nel finale ma anche a Gioventù Bruciata, riguardo al gap intergenerazionale tra i personaggi e si potrebbe continuare ad libitum. Lo stile complessivo rimane originale ed efficace. E quando si tratta di raccontare giovani e giovanissimi quel risultato non è alla portata di chiunque.
Un gruppo di adolescenti fa sesso, si "fà" di robe leggere e pesanti, si prostituisce (non tutti) ma, soprattutto i maschietti, pratica assiduamente lo skateboarding davanti alla scuola.
Non hanno regole ma non le hanno neanche i genitori nè i prof. o gli adulti dai quali dovrebbero assimilarle e da alcuni dei quali sono ricercati clienti sessuali. Testimone è il CINEMA, attraverso le riprese dell'improvvisatoregistadel gruppo, telefonino sempre pronto a riprendere, materiale filmico a iosa e linguaggio perfetto. Ottimamente girato, forse il migliore di Larry Clark assieme al precedente Ken Park (2002).
Abel "il maestro"Ferrara invece riassume, semplifica e riduce Pasolini a frocio dispensatore di fellatio sia da giovane, all'inizio del film, che alla fine, nel giorno del suo assassinio, appena cinquantatreenne. Naturalmente non per svalutare il gay ma per ridimensionarne, beffandola, la statura morale, intellettuale e artistica; proprio come volle dimostrare la Cultura in vigore a qull’epoca.
Delle sue articolate e numerose polemiche con il P.C.I., dei j'accuse nei confronti delle Caste politiche, affaristiche, letterarie e delle denunce e degli allarmi rivelatisi profetici, rimane poca o nessuna traccia.
Ma non gli basta e si spinge oltre sceneggiando il ventre romano contenuto nel progetto Porno-Teo-Colossal, il film mai realizzato che avrebbe dovuto seguire Salò. Risultato è lo spettacolo di una pecoreccia orgia liberatoria (?) nella quale gay e lesbiche, trasgredendo i rispettivi generi, si accoppiano scandendo lo slogan "fica-fica-vaffanculo" e "cazzo-cazzo-vaffanculo". Anzichè oscenità, trasgressione (chissà che altro avesse in mente PPP quando la concepì) pura inconsistenza.
Laura Betti poi (Maria de Medeiros), che sfumazza in giro per casa sua tirando da un lunghissimo bocchino sproloquiando fesserie, sembra la macchietta di sè stessa. Insomma si presenta come un'opera più svalutante che riabilitante. Rievocatrice più della strategia del fango, di cui fu bersaglio lo scrittore, che del rilievo che ci si sarebbe atteso dall'Abel storico.
In conferenza stampa la sola nota verosimilmente Pasoliniana rimane Ninetto Davoli che con l'usuale, sincera propria autenticità romanesca, riscalda i cuori più o meno infranti di chi ha apprezzato, stimato o semplicemente amato l'intellettuale di Casarsa. Come Adriana Asti che, astenutasi dal raccontare l'aneddoto a richiesta, ha scelto di ricordare il dolore acuto provato quando, trovandosi sul set del film L'Eredità Ferramonti, ricevette l'annuncio dell'atroce assassinio. Mai del tutto chiarito anche se Ferrara asserisce, senza addurre però elementi concreti, che il mistero non c'è mai stato. Inspiegabile, prima ancora che sconveniente, questo episodio della filmografia minore di Ferrara.
In Good Kill, il regista Andrew Niccol mostra Ethan Hawke, ex pilota americano di caccia F-16 tornato indenne dall'Iraq, promosso a war-player di droni, in una tranquilla e sicura postazione militare in Nevada. Il suo incarico? Bombardare comodamente via internet obbiettivi militari in Afganistan dalle 9 alle 5 e, a fine giornata, come se niente fosse, tornare a casa riabbracciando moglie e figlia che lo aspettano coccolone per la cena.
Fino a quando però il conflitto tra il Difensore della Patria e i sensi di colpa che la mansione comporta, si scatena al suo interno e il pilota virtuale, per evitare di impazzire, dovrà prendere un'importante decisione. Siamo naturalmente in piena era Obama (Il Drone programme è iniziato e va avanti dal 2010). Sarebbe interessante vedere di nascosto l'effetto che farà nelle sale americane e non solo in quelle.
A ridosso della cerimonia di premiazione arriva No one's child del bosniaco Vuk Ršumovi, l'altro dei due capolavori di questo festival. Pucka, interpretato dal prodigioso Denis Muric, è un bambino di 6 anni, abbandonato non si sa come e perchè in un bosco balcanico alla fine degli anni ottanta.
Riesce a sopravvivere solo perchè viene adottato da un branco di lupi ma viene individuato da alcuni cacciatori che ne hanno appena abbattuto un esemplare. Trasportato in un orfanotrofio di Belgrado, viene affidato a un operatore sociale che se ne prende cura e riesce ad addomesticarlo.
Ma le difficoltà e i problemi sono troppi e quasi insormontabili e, nonostante i progressi grazie ai quali riesce a imparare a leggere, scrivere e parlare, il piccolo rimane vittima di altri traumatizzanti, penosissimi abbandoni. Vagabondo, perso, viene raccolto da un camion di militari e finisce dentro una trincea, in piena guerra balcanica nei primi anni ’90, a sparare da soldato improvvisato contro un nemico che neanche intravede. Sconvolto, sempre più disorientato, dovrà scegliere se tornare Lupo o rimanere uomo.
I vincitori della 71.ma mostra del Cinema di Venezia sono:
LEONE D’ORO per il miglior film a:
EN DUVA SATT PÅ EN GREN OCH FUNDERADE PÅ TILLVARON
(A PIGEON SAT ON A BRANCH REFLECTING ON EXISTENCE)
di Roy Andersson
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
Andrej Koncalovskij
pe ril film BELYE NOCHI POCHTALONA ALEKSEYA TRYAPITSYNA
(THE POSTMAN’S WHITE NIGHTS)
GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
THE LOOK OF SILENCE
di Joshua Oppenheimer
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Adam Driver
nel film HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Alba Rohrwacher
nel film HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
Romain Paul
nel film LE DERNIER COUP DE MARTEAU di Alix Delaporte
PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Rakhshan Banietemad e Farid Mostafavi
per il film GHESSEHA (TALES)di Rakhshan Banietemad (Iran)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
SIVAS
di Kaan Müjdeci (Turchia, Germania)
LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA "LUIGI DE LAURENTIIS" a:
COURT
di Chaitanya Tamhane (India)
il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
COURT
di Chaitanya Tamhane (India)
il PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
Naji Abu Nowar
per THEEB (Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Regno Unito)
il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI a:
BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA
di Franco Maresco
PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE O FEMMINILE a:
Emir Hadžihafizbegovic
nel film TAKVA SU PRAVILA (THESE ARE THE RULES)
di Ognjen Svilicic (Croazia)
PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
MARYAM
di Sidi Saleh (Indonesia)
VENICE SHORT FILM NOMINATION FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2014 a:
PAT – LEHEM
(DAILY BREAD) di Idan Hubel
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2014 a:
Thelma Schoonmaker
Frederick Wiseman
JAEGER-LECOULTRE GLORY TO THE FILMMAKER AWARD 2014 a:
James Franco
PERSOL TRIBUTE TO VISIONARY TALENT AWARD 2014
a: Frances McDormand
Venezia Film Festival riaprirà il 2 settembre 2015.
Vincenzo Basile
Venezia Film Festival 2014, venti di guerra di V. B.