Un nuovo esperimento di cinema cross over, così è definito il nuovo progetto del regista partenopeo Sandro Dionisio che sovrapponendo lo stile documentaristico a quello della fiction classica e del teatro ripercorre le tecniche già utilizzate nel precedente "Un consiglio a Dio" per dipingere il quadro estremamente denso e variegato di storia, magia, arte e cultura millenaria del canto alla sirena Partenope, la citta di Napoli con il suo meraviglioso popolo di resistenti, la sua bellezza ed il dolore per il suo continuo martirio.
Le rovine del polo museale di Città della Scienza, distrutta da un rogo poco più di un’anno fa, sono il luogo simbolo in cui questa amara riflessione su una Napoli ferita ed offesa diviene canto; è lo stesso luogo che riassume in se la lunga storia di stupro e riduzione in schiavitù che una delle più belle perle che risplendono nel Mediterraneo subisce da secoli. Ad una manifestazione contro l’accordo per la ricostruzione del sito museale nelle aree della dismessa Italsider (un’altra ferita profonda nel suolo napoletano di cui forse non si vedrà mai la rimarginazione) uno degli astanti sintetizzava con una brutale quanto puntuale capacità di sintesi: "l’incendio della Città della Scienza dura da vent’anni".
Se il vizio corporativo dei gruppi di potere tipicamente italiano si mescola con una miopia strutturale ed un intima irresponsabilità fraudolenta il risultato non può che essere quello distruttivo che in questa vicenda-simbolo si configura. Territori occupati in modo non chiaramente legittimo per creare una struttura gestita talmente male da creare dei sospetti forse più legittimi sul perché questa insostenibile situazione sia finita con quelle lunghe colonne di fumo.
Sembra che ora una rassegnata consapevolezza delle trame tessute dietro questo divenire sia entrata stabilmente nella percezione di quei napoletani che richiedono, oggi, spinti da un’insopprimibile bisogno di legalità, la restituzione di quei luoghi alla città indipendentemente da dove risiedano le responsabilità di quell’incendio.
Una nuova figura dunque sull’eterna sequenza dell’impossibile felicità nel luogo più bello del mondo che già tanti artisti hanno ritratto da Anna Maria Ortese a Raffaele la Capria? Sì, ma con quella nuova consapevolezza del tessuto sociale che questo regista napoletano riesce a raccontare in un opera che diviene presto di ampio respiro nel suo raccontare la bellezza e le intime contraddizioni complementari di uno dei popoli più multidimensionali d’Europa.
Nella descrizione del film sul sito della produzione leggiamo:
"Voce ‘e sirena" è un canto alla bellezza millenaria di Partenope, elevato nel momento e nel luogo della sua ultima, più cocente, ferita. Due donne, in modo diverso coinvolte professionalmente nella gestione dell’area museale di Città Della Scienza attraversano le rovine del rogo che ha oltraggiato la città, e in quelle macerie ritrovano un senso di appartenenza ed evocano le voci più nobili ed antiche della storia millenaria della città. Patrizia e Sofia rappresentano l’una la borghesia napoletana, l’altra l’invincibile popolo che da sempre, e contraddittoriamente, abita la più importante città del sud.
Sono figure reali, quotidiane, ma riveleranno presto la loro natura mitologica, celando, nelle sembianze del commissario di polizia che presiede le indagini sul rogo, l’identità di Santa Patrizia, miracolosa compatrona della città , il cui culto affascinantissimo è tenuto vivo dalle suore che abitano gli spazi di incredibile bellezza dell’antichissimo convento di San Gregorio Armeno, nel pieno centro storico della città e nella cui figura alcuni studiosi ritengono incarnarsi addirittura il mito della al sirena Partenope, voce somma ed estrema della città, mentre lentamente e pudicamente Sofia si paleserà come simulacro ed eco della nostra più grande diva internazionale: Sofia Loren anzi Sofialorèn.
"Voce ‘e sirena" è un esperimento necessario di integrazione tra racconto di fantasia e indagine documentaristica, nonché riflessione sulla storia della città tramite materiale di repertorio. Un film pensato come canto alla sirena, elemento di una riflessione collettiva sulla città e sulla sua indomabile bellezza, che si spera diventi più diffusa. Da Cristina Donadio a Rosaria De Cicco, da Aldo Masullo a Nicola Spinosa a Marino Niola, da Enzo Moscato a Maria Pia De Vito , Danise e i Solis Quartet, da Elisabetta Moro a Geppi Rippa alle Mamme Vulcaniche a Vincenzo Siniscalchi… Le più nobili voci di Napoli saranno chiamate a dare volto e una voce pensante a una terra antica, oltraggiata eppure indomabile.
Una voce che ancora una volta è a rischio di rimanere soffocata dalla più potente forma di restrizione che la nostra società conosce: quella economica. Il film per essere terminato ha bisogno di fondi ed è per questo che l’ingegnosa produzione si è affacciata ad uno strumento sul web che permette, tramite il sostegno dal basso di tutti quelli che sono disposti ad un contributo economico anche minimo, di recuperare il denaro che serve a terminare la produzione.
Su questa pagina (produzioni dal basso) si può acquistare una quota ed esprimere un atto di fiducia a quel largo settore di produzioni artistiche che sono ancora le voci di un paese che nelle produzioni più grandi diviene, sempre più spesso, la caricatura di se stesso.
Cinema cross over, aiutare la produzione di Voce 'e sirena