Roberto Andò, oltre agli studi di filosofia e alla collaborazione con grandi registi, come Francesco Rosi, Federico Fellini, Michael Cimino e Francis Ford Coppola, si è distinto con successo nella regia teatrale ed ora anche in quella cinematografica con “Viva la libertà”, un film tratto dal suo libro “Il trono vuoto”.
La trama è centrata sulla storia di Enrico Oliveri, segretario di un partito di sinistra che, contestato durante un congresso e sconfitto dai sondaggi, decide di concedersi una pausa rifugiandosi a Parigi in casa di Danielle, sua ex amante. A Roma, intanto, Andrea Bottini (Valerio Mastrandrea), fedele collaboratore, propone al fratello gemello di Enrico di sostituirlo temporaneamente. Così Giovanni Ernani, professore di filosofia appena dimesso da una clinica psichiatrica, sotto mentite spoglie fa il suo ingresso sul palcoscenico della politica sorprendendo ed impressionando positivamente giornalisti, opinione pubblica e membri del partito.
Con citazioni poetiche e filosofiche, cultura e musica, nonché rivalutazione di libertà, sincerità ed onestà, egli incoraggia gli italiani ad una più attiva partecipazione per attuare un cambiamento politico. In Francia intanto anche Enrico, allontanandosi dalla politica, riesce a ritrovare se stesso e a recuperare il senso della vita. Così Enrico e Giovanni che non si vedevano da molti anni, si ritroveranno e muoveranno i loro passi verso gli stessi obiettivi, in un originale finale a sorpresa.
“Viva la libertà” ci ripropone in effetti il tema della libertà attraverso quello del “doppio” (interpretato in modo superlativo da Toni Servillo) con garbo, eleganza ed intelligenza: Enrico, uomo politico stanco e deluso si libera da rigidi schemi e clichés, recupera identità e libertà “specchiandosi” e confrontandosi nel suo doppio, Giovanni, il fratello che grazie ad un pizzico di follia, non condizionato da giochi di potere, si esprime con genialità e fantasia.
Ovviamente la pellicola di Roberto Andò stimola una riflessione sull’attuale politica italiana, ma senza polemiche e giustizialismi, poiché il tutto è presentato con intelligente humour e a tratti in maniera quasi favolistica con l’obiettivo di evidenziare la necessità di un cambiamento.
Tante le citazioni (Brecht, Shakespeare, Fellini, De André ecc.), bella la colonna sonora di Marco Betta, bravi gli interpreti tra i quali ricordiamo, oltre ai già citati Servillo e Mastrandrea, Michela Cescon e Valeria Bruni Tedeschi.
Come ha detto in un’intervista lo stesso regista, “Viva la libertà è un film in cui ognuno può metterci dentro ciò che vuole e vivere il suo doppio”. Alla luce dei recenti avvenimenti politici, più che “doppi” e follia, ci sentiamo di apprezzare la necessità di un cambiamento basato concretamente sui valori di libertà, sincerità e onestà sottolineati nel film.
Giovanna D’Arbitrio