Con lo sviluppo delle piattaforme online si è reso sempre più necessario, per il nostro paese, affrontare la definizione di una nuova normativa su questa forma di distribuzione cinematografica visto che la legislazione italiana è molto arretrata in materia.
“Bisogna innanzitutto rivedere ed attualizzare la legge 633 del 1941 in tema di diritto d'autore in considerazione del proliferare dei nuovi media ed ampliare la la normativa emanata dall'Agcom (Autorità per le garanzie delle comunicazioni) per facilitare la vendita dei diritti audiovisivi sui nuovi mezzi di comunicazione poiché essa rappresenta una regolamentazione fondamentale per le piattaforme emergenti”, ha affermato Valeria Savarese, responsabile affari legali di Telecom Italia Media in un’intervista a Luciana Maci sul Corriere delle Comunicazioni.
Un 'altro problema fondamentale è la scarsa considerazione per i cambiamenti introdotti dai siti online che ancora sono considerati uguali a gli altri mezzi di comunicazione quando le nuvoe piattaforme garantiscono potenzialità maggiori.
“Ci sarà così la possibilità di poter distribuire on line i film dopo tre o quattr mesi dall'uscita nelle sale cinematografiche assimilandoli alle logiche di distribuzione dell'home video…“ - ha continuato la Savarese - “ Si creerebbe dunque un sistema che allargherebbe molto il mercato del nostro cinema introducendovi tutti i produttori e distributori del cinema d'autore fin 'ora poco presente nei multiplex”.
Proprio per questo motivo L' Anica (Associazione nazionale delle industrie cinematografiche audiovisive e multimediali) sta lavorando alla costruzione di una nuovo portale online di video on-demand che a brevissimo sarà lanciato in rete in beta testing (il collaudo di un software non ancora pubblicato), per poi diventare operativo ufficialmente dalla seconda metà di febbraio nonostante le difficoltà avute per i problemi legislativi già descritti sopratutto in casi di film di 15-20 anni fa, per cui l'on-demand non era stato neanche lontanamente immaginato.
È questo un primo passo importante per la revisione di un modello di consumo sempre più incentrato sulla violazione del copyright dovuta al download o allo streaming illegale e la creazione di un’offerta legale alternativa e adeguata.