di Livio Rotondo
Il 22 giugno Piazza della Libertà a Latina ha ospitato la manifestazione indetta dalla Cgil per condannare il fenomeno del caporalato nell’agro pontino.
La miccia che ha innescato quest’ondata di sdegno è stato il tragico incidente accorso ad un bracciante indiano di 31 anni Satnam Singh, lunedì scorso mentre lavorava in una azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione della città e la successiva morte a causa delle ferite due giorni dopo…
L’ accaduto avrebbe potuto essere derubricato come l’ennesimo incidente sul lavoro ai danni di uno straniero senza permesso di soggiorno a cui siamo tristemente assuefatti dalla cronaca se non fosse stato per la modalità che ha fortemente indignato la cittadinanza contagiando i vertici della politica che si sono compattati in una denuncia ferma del fatto.
Navi, come veniva chiamato dai colleghi e amici è stato infatti abbandonato davanti casa sua con le gambe maciullate e un braccio tranciato di netto adagiato a fianco a lui in una cassetta della frutta mentre la moglie presente implorava di portare l’uomo in ospedale. Laura Hardeep Kaur segretaria provinciale Flai Cgil ha raccolto la denuncia recandosi sul posto dopo la segnalazione trovandosi davanti una si macabra immagine.
La Piazza era piena per tre quarti. Piena ma non pienissima. Tante bandiere. Centinaia di indiani sikh con il loro caratteristico turbante ad ascoltare e parlare per un giorno uomini e donne tra i loro simili. Di qualità forse per le personalità accorse come cittadini prima ancora che politici. Schelin, Fratoianni, D’Amato, Camusso. Nostalgia canaglia anni 90’ (che però la Bossi-Fini, dopo decenni di governo, non l’hanno abolita ndr…).
La segretaria a fine comizio rilascia dichiarazioni a favore di telecamera ribadendo con forza la denuncia del fenomeno del caporalato e identificando nella Bossi-Fini la causa di tutti i mali che dice “Bisogna abolire” Come lei la linea era stata ribadita dal palco da Marco Omizzolo sociologo e unico vero esperto della tratta di schiavitù in quei territori, da anni sotto scorta per aver preso pubblicamente posizione.
Il segretario generale Flai Cgil Giovanni Mininni utilizza parole sante ma anacronistiche ad essere generosi durante il comizio “È aumentato il numero e il livello di crudeltà dei morti sul lavoro. Così si annulla la dignità umana per favorire la logica del profitto”, mentre la sindaca di Latina Matilde Celentano ci mette la doppia faccia affermando prima con convinzione “Siamo tutti responsabili, se esistono aziende virtuose tutte possono diventarlo” e poi invece “ L’appellativo di terra di sfruttamento non ci appartiene” . E giù fischi. Nemmeno tanti a dir la verità...
L’unica nota di colore, una energica rappresentante degli studenti che dal palco urla “Noi combatteremo per il nostro e il vostro presente e futuro che non ci piace. Non abbandoneremo la lotta”.
Viva la gioventù che ha ragione anche quando sbaglia. Forse dovremmo ricordarcelo quando insegniamo loro che possono avere tutto. Capre e cavoli…
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