di Fabio Viglione
Il professor Delfino Siracusano è stato un grande giurista, un eccellente docente universitario ed un avvocato raffinatissimo. Ha formato migliaia di giovani, appassionando allo studio della procedura penale grazie alla sua acutezza di pensiero ed al suo entusiasmo nell’insegnamento. Sul suo manuale generazioni di universitari hanno “incontrato” il processo penale e si sono formati migliaia di operatori del diritto.
Esaltanti le sue lezioni all’Università, eleganti ed appassionanti le sue arringhe nei Tribunali di tutta Italia. Numerosissime le pubblicazioni scientifiche ed i suoi contributi di studioso del processo. Con il professor Giandomenico Pisapia diede vita al Progetto di riforma del codice di procedura penale, entrato in vigore nel 1989 che segnò una svolta epocale proiettando il processo penale da un sistema di stampo inquisitorio verso un modello accusatorio.
Elencare tutti i prestigiosi riconoscimenti che in campo professionale ed accademico il professor Siracusano conseguì sarebbe, per me, impresa impossibile. Quello che certamente può fare sintesi, senza alcuna pretesa di esaustività, è certamente l’unanime apprezzamento di cui godeva da decenni nella comunità scientifica e nel mondo forense. In lui viveva una perfetta alchimia che fondeva il rigore scientifico coltivato nell’ambito accademico con l’esperienza acquisita e vissuta quotidianamente sul campo, con la toga sulle spalle.
La grande passione per la professione, poi, abbinata alla finezza del suo pensiero scientifico gli hanno consentito di dare un senso concreto alla effettività delle garanzie da salvaguardare nel processo per evitare abusi e storture.
Delfino Siracusano è stato uno studioso capace di esplorare a fondo i meccanismi del processo penale portando ad emersione gli aspetti più problematici sui quali stimolare costante confronto ed approfondimento. Lo ha fatto sempre con eleganza nello stile, raffinatezza nei contenuti scientifici, brillantezza ed originalità nelle forme.
Ho avuto la fortuna di apprezzare personalmente il professor Siracusano ed il privilegio di vivere intense esperienze al suo fianco, sia in ambito accademico che forense. Di quei momenti, ormai lontani, mi piace ricordare il suo sguardo limpido con il quale incoraggiava l’entusiasmo dei giovani che si avviavano alla professione forense. La sua carica di umanità, poi, metteva in campo quella capacità di condivisione delle esperienze e del sapere che facevano di lui non un algido scienziato del diritto ma un vero Maestro.
Inutile girarci intorno: la sua scomparsa lascia un vuoto immenso. Mi piace pensare che il suo esempio ed il suo ricordo non siano relegati a semplici commemorazioni ma possano rappresentare, per il presente ed il futuro, una preziosa bussola per orientare la rotta di un nuovo umanesimo della Giustizia.
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