Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

Cannabis terapeutica: i Radicali piantano i semi della 'coscienza'


  • Andrea Spinelli Barrile

Come sempre quando si parla di cannabis il clamore è dietro l'angolo: la conferenza stampa alla Camera è solo l'ultimo lampante esempio di quanto l'Italia sia, in tal senso, una vera e propria repubblica di Bananas.

Presieduta dalla deputata radicale Rita Bernardini, firmataria di una proposta di legge sulla depenalizzazione dell'uso di cannabis, giacente alla Camera da tempo immemore, la provocatoria conferenza stampa si era aperta con tutta la serietà e l'intelligenza che si deve quando si parla di cannabis terapeutica; le presenza di Mina Welby in veste di co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, e di Claudia Sterzi, segretaria dell'Associazione Radicale Antiproibizionisti, hanno arricchito il tavolo dei relatori, così come il pomo della discordia del proibizionismo italiano: la cannabis (ma era Bedrocan).

“Il problema della legalizzazione ad uso terapeutico dei derivati della cannabis, regolamentando la materia a favore dei pazienti in un contesto di legalità e sicurezza” è una questione che il Parlamento dovrebbe affrontare al più presto, ha ricordato Bernardini. Oltre alla deputata radicale era presente il senatore Marco Perduca, che ha ricordato l'atteggiamento spesso ambivalente dell'ex sottosegretario Giovanardi, co-autore della drammatica legge antidroga, il quale continua a ribadire come l'uso terapeutico della cannabis in Italia sia permesso senza problemi, ma che per sua fortuna non si è mai trovato nella condizione di doverne usufruire.

Chi invece necessita ogni giorno del farmaco Bedrocan, che altro non è che fiori di cannabis essiccati provenienti a costo enorme dalla liberale Olanda, sono persone come Andrea Triscuoglio (membro del consiglio generale dell'Associazione Luca Coscioni), come Lucia Spiri e Fabrizio Pellegrini, presenti anch'essi alla conferenza per apportare la propria fondamentale testimonianza.

Non sono gli effetti benefici della cannabis il centro reale della discussione, questi sono decisamente appurati grazie alla scienza medica ed alla ricerca scientifica: la cannabis ha molteplici effetti fortemente negativi, che ledono la dignità della persona; sembrerà folle, ma è così: come altro si potrebbe definire quanto accade ad un paziente come Fabrizio Pellegrini, affetto da sindrome fibromialgica dal 1992 ed arrestato 5 volte perchè coltivatore, o ad Andrea Triscuoglio, affetto da sclerosi multipla, che fu accompagnato da 5 uomini in divisa a verbalizzare il suo legittimo possesso di Bedrocan.

La cannabis ha effetti fortemente negativi, da 6 a 20 anni di reclusione: sono tutti effetti provocati dalla legge Fini-Giovanardi che non andrebbe rivista, ma definitivamente cancellata: “non si può perseguire un paziente” ha affermato Triscuoglio chiedendosi “che delitto è?”; “sono qui per tante persone, per testimoniare tante vite difficili, che hanno accesso alla cannabis solo in modo illegale” ha affermato, bollando come “terrorismo psicologico” quello di Giovanardi e dell'attuale direttore del dipartimento antidroga Giovanni Serpelloni, co-autore del testo “Cannabis e danni alla salute” e braccio destro dell'ex sottosegretario.

Oltre alle difficoltà di reperimento del farmaco Bedrocan, queste persone vivono la quotidiana lotta contro i pregiudizi che “ti fanno sentire come una tossica” ha affermato un'emozionata Lucia Spiri, che ha ricordato di aver atteso 12 anni prima di aver potuto avere accesso alla cannabis terapeutica.

Procedure macchinose e burocratiche, oscurantismo, carenza di informazione: sono aspetti bestiali legati alla (non) conoscenza moderna della cannabis, completamente frullata e plasmata contro la verità scientifica negli ultimi 70 anni di storia italiana, fino ad arrivare a definire “drogati” anche i malati, a incarcerarli con la pesante accusa di essere dei coltivatori diretti e di non contribuire al fatturato mafioso che dalla cannabis vanta introiti record: un mercato sommerso che se portato alla luce non farebbe che bene all'autodeterminazione della persona, alla causa liberale, alla libertà del singolo, del malato, della ricerca scientifica. Alle casse dello Stato.

“L'affermazione di coscienza consiste nell'iniziare una coltivazione” ha affermato provocatoriamente la deputata Bernardini piantando alcuni semi femminilizzati di cannabis in tre vasetti; poi il teatrino, alcuni commessi che vorrebbero sequestrare tutto, l'ordine calato dall'alto da non si sa quale stanza di Montecitorio, la rettifica, i tarallucci e vino. La cannabis no, quella deve ancora crescere.


Aggiungi commento