Tre ore che sono letteralmente volate, in quella piazza desiderosa di una nuova città, di una Capitale degna di questo nome; come spiegato dal segretario radicale Mario Staderini dal palco gli “otto referendum cittadini hanno l'obiettivo di andare a portare otto tematiche importanti alle prossime elezioni politiche ed amministrative; sono tematiche propositive, per aiutare, diciamo così, il prossimo sindaco a fare che cose che altrimenti nessuno gli permetterebbe di fare.
Nonostante i giornali contro (come il quotidiano Il Messaggero che non ha nemmeno riportato la notizia della manifestazione, ndr) e la burocrazia, abbiamo già raccolto 25mila firme”. RomaSiMuove ha altri 20 giorni per raccoglierne altrettante per arrivare a quota 50mila e tra i volontari ai banchetti si sono aperte vere e proprie scommesse: “ce la faremo o non ce la faremo?”; ne ha parlato anche Emma Bonino, intervistata sul palco da Serena Dandini, e anche la vicepresidente del Senato si è posta lo stesso quesito, dicendosi convinta che: “si, ce la faremo!”.
I temi proposti da RomaSiMuove sono semplici, ma influenti della vita quotidiana di ogni cittadino, non solo romano: quesiti come quello sul testamento biologico o sul registro per le coppie di fatto sono temi a valenza nazionale: come ricordato da Umberto Croppi (uno dei promotori del referendum) l'ideazione di RomaSiMuove parte da “una discreta dose di follia” dei tre ideatori (Staderini, Croppi e Angelo Bonelli dei Verdi); proprio Bonelli ha ricordato come “mai nella storia si è messo i cittadini romani nelle condizioni di decidere sulla propria vita quotidiana”.
RomaSiMuove, ha ricordato Serena Dandini, “è un insieme di partiti e cittadini, una specie di nessun partito, che hanno uno scopo in comune”; la risposta all'antipolitica è un esempio di buona politica, che esiste già, e che vuole liberare Roma dalla schiavitù del traffico, del cemento, dei rifiuti, del Vaticano, delle lobbies, del potere occulto che nella Capitale si respira ad ogni angolo.
Emma Bonino, ospite illustre della splendida manifestazione, ha ricordato che un'iniziativa simile c'è stata anche a Milano ed è stata propedeutica all'elezione di Giuliano Pisapia a sindaco; Milano è molto cambiata negli ultimi anni, la coscienza dei cittadini è stata la prima a cambiare, ed è proprio da qui che bisogna partire: dal senso civico della cittadinanza, spesso anestetizzato (a Roma, va detto, è marcatamente anestetizzato).
“Sarà interessante vedere come i futuri candidati sindaco di Roma si pronunceranno su questo referendum, e sulle scelte che sono da fare. La gente va inseguita sui contenuti, non sulle risse da bar”. Di contenuti, piazza Farnese era letteralmente stracolma; l'entusiasmo dei presenti era palpabile, ed ecco qui: la ragion di Stato, rappresentata dalla cittadinanza che chiede, propone, discute, si muove.
“Fate un'ora al giorno di militanza! Forse sarà un po' noioso, all'inizio, ma non è difficile ed è estremamente appagante” ha sostenuto Emma Bonino dal palco; “se guardiamo alle altre città europee, o anche Milano, su temi come la Ztl, l'ecopass, il carsharing, il bikesharing, ci si può organizzare bene: è solo questione di testa” ha continuato Bonino.
La vicepresidente del Senato ha fatto intendere di avere molto a cuore questa iniziativa: “le famiglie di fatto, gli asili, l'assistenza alle famiglie, non esiste nulla di tutto questo. Si è sempre dato per scontato che le donne italiane sono delle specie di giocolieri: moglie, colf, tassista, cuoca, etc. Questo deve finire per civiltà e perchè si può in tal senso dare lavoro, far uscire dal nero i lavoratori, sviluppare l'economia. Un esempio è il sistema francese, che si autosostiene”.
C'è stato spazio anche per l'annosa questione dei rifiuti: “riciclare aiuta l'economia, oltre che l'ambiente. A Roma non si vuole farlo, poi ci si trova che non si sa dove mettere i rifiuti e si cominciano a spostarli in giro. Sarà difficoltoso, ma si impara e il comune deve aiutarci nel porta a porta come si deve”.
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