Nell’intervista a Roberto Scafuri del «Giornale», Giovanni Negri – già segretario del Partito Radicale e fondatore dell’associazione La Marianna – dice la sua sulla presentazione della lista “+Europa” di Emma Bonino alle imminenti elezioni politiche. Definisce l’attuale posizione dell’ex ministro degli Esteri del governo Letta, una caricatura del Partito radicale che fu.
La lista formata da Bonino e dal gruppo di Radicali italiani, separatosi all’ultimo congresso dal troncone del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, è per Negri una “cosa inventata”, una lista che “scambia Capalbio per l’Italia”.
E in effetti quando elenca cosa Emma Bonino ha accettato negli ultimi anni, non si può che convenire nel rammarico per la dissipazione di un patrimonio ideale e storico che meritava forse altro destino. Essere stati quasi silenti sulla deriva giustizialista dei provvedimenti presi in ambito giudiziario, o da ministro essersi conformata al credo politically correct sino al punto di comportarsi come una qualunque giornalista Rai di fronte ai leader di Teheran, certo non ha contribuito a salvaguardare la propria storia.
Tuttavia, viene anche da chiedersi se Giovanni Negri sia davvero nella condizione di rivendicare una genuinità radicale esclusiva, dal momento che il suo percorso lo vede oggi sostenere la lista di Stefano Parisi “Energie per l’Italia”.
Sembra che dalla diaspora radicale si punti più che altro a trovare approdi presso altri lidi purchessia, anziché provare a contaminare di linfa libertaria e liberale il dibattito politico sempre più asfittico.
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