Ciò nonostante, il gigante asiatico, assieme all'Iran e all'Arabia Saudita, risulta essere, nell'anno passato, uno dei primi tre 'Paesi-boia' nel mondo: ancora una volta, dunque, l'Asia si aggiudica il 'primato' di continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo.
E' quanto emerge dal Rapporto annuale di Nessuno Tocchi Caino, presentato oggi a Roma alla presenza, tra gli altri, della vicepresidente del Senato, Emma Bonino, e del ministro degli Esteri, Giulio Terzi.
Secondo il dossier dell'associazione radicale, edita da Reality Book, sono 155 i paesi che hanno deciso per legge o in pratica di abolire la pena di morte: di questi, 99 sono totalmente abolizionisti, 7 sono abolizionisti per i crimini ordinari, 5 hanno attuato una moratoria delle esecuzioni e 44 stati sono abolizionisti di fatto, cioè non eseguono più sentenze capitali da almeno dieci anni o si sono impegnati internazionalmente a 'licenziare' il boia.
La macchina della morte risulta invece attiva ancora in 43 paesi, uno in più del 2011(il Sud Sudan, dichiaratosi indipendente dal Sudan), mentre nello stesso anno e nei primi sei mesi del 2012 non si sono registrate esecuzioni in 4 Paesi – Bahrein, Guinea Equatoriale, Libia e Malesia – che le avevano effettuate nel 2012. 898 condanne a morte, contro le 823 del 2010, sono state effettuate in 12 Paese a maggioranza musulmana.
Negli Stati Uniti, secondo la ricerca, nessuno Stato abolizionista ha reintrodotto la pena di morte, ma l'Idaho, che non compiva esecuzioni dal 1994, ne ha effettuate 2, nel 2011 e nel 2012. Le Americhe, rivela il rapporto, sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Usa, l'unico Paese del continente in cui sono state condannate alla pena capitale 43 persone solo nel 2011.
In Europa, dove il boia è oramai in letargo, è la Bielorussia a costituire l'unica eccezione con due uomini giustiziati nel 2011 e due fucilati nel 2012, mentre il Giappone risulta essere l'unico Paese industrializzato e democratico, assieme agli Stati Uniti, che applica ancora la sentenza capitale.
Dati alla mano, sembra comunque che ci si trovi di fronte ad una tendenza irreversibile verso l'abolizione della pena di morte nel mondo: come ha dichiarato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, è necessario ora più che mai “ribadire l'assurdità di uccidere le persone che hanno ucciso altre persone per dimostrare che le persone non si devono uccidere''.
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