Nel ricorso, presentato due giorni fa dai delegati al deposito della lista, Josè De Falco e Riccardo Magi (segretario dei Radicali di Roma) con l'avvocato Giovanni Pesce, si contestava il provvedimento con il quale il 27 gennaio l'ufficio elettorale centrale della Corte d'appello non ha ammesso la lista, oltre al provvedimento con il quale il giorno successivo l'Ufficio centrale elettorale regionale ha respinto la richiesta di riammissione.
L'esclusione era stata motivata con il mancato rispetto del principio della pari rappresentanza dei sessi nella composizione del listino, in quanto era presente una donna in più. Non era servito a far cambiare idea all'ufficio elettorale la rinuncia alla candidatura di Antonella Casu. Il 'cambio in corsa' era stato considerato tardivo.
Come si legge nella sentenza con cui il Tar ha riammesso la lista, "il provvedimento di esclusione della lista appare viziato laddove non ha ammesso la rinunzia della candidata Antonella Casu presentata proprio al fine di ripristinare il rispetto del principio di parità contestato".
I giudici amministrativi, inoltre, nell'atto fanno anche alcune osservazioni in merito alle questione delle "quote rosa" nelle liste elettorali. Secondo il Tar "l'eccesso di rappresentanza femminile nella lista originaria non costituisce motivo per derogare alla previsione dell'esatta parità" e pertanto "deve escludersi che il candidato alla presidenza della Regione, ancorché formalmente capolista della lista regionale, possa essere computato ai fini del meccanismo della paritaria rappresentanza dei sessi". (fonte radicali.it)
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