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24/11/24 ore

I limoni di colore del Sud Africa


  • Giovanni Lauricella

Per chi va a fare la spesa per  mangiare in casa, se gli impegni lo consentono, noterà che molto di quello che si compra è importato, niente di strano, siamo in una società globalizzata, mi si direbbe. Effettivamente dipendiamo da scambi commerciali che ci permettono, anzi, permettono alle nostre ditte di esportare e mettere la nostra bilancia commerciale in positivo.

 

Fin qui penso di aver detto delle banalità perché è tutto risaputo.

 

Ma se vediamo cosa importiamo qualche domanda ci viene spontanea e forse anche con un po'  di nervosismo.

 

Da prima che iniziasse l'estate mi sono accorto che la confezione di limoni che stavo comprando al supermercato era di provenienza dal Sud Africa, una cosa che mi lasciò esterrefatto anche perché, sicuro della bontà dei prodotti nostrani, ho sempre pensato di mangiare limoni italiani. Poi, dopo la martellante campagna fatta sui prodotti a “kilometro 0” tutto mi potevo immaginare che non provenissero dall'Italia, anzi, almeno da vicino Roma, nel mio caso.

 

Per quanto riguarda i limoni è intuibile la provenienza dalla Campania nota produttrice di questo delizioso frutto che ha in quello di Amalfi (ma anche in quelli di Sorrento, Capri ecc. ecc.) il prodotto leggendario e non mi dilungo perché so che c'è chi ne capisce più di me in materia.

 

Mi sono accorto della provenienza estera perché mi ero accorto del debole sapore che avevano ultimamente i limoni oltretutto dalla buccia amara, un sapore che mi era estraneo, incuriosito notai con stupore che infatti, non erano italiani.

 

Confesso che la cosa mi lasciò stupito parecchio perché a fronte di una produzione eccellente siamo costretti a non magiare più i nostri buoni frutti, si, proprio così, ho visto anche in altri supermercati e i limoni italiani non esistono in commercio, ho notato che sono solo del Sud Africa, un po' come quegli anni che avevamo solo aranci Navel provenienti dalla Spagna, poco buoni anche loro

 

Parlo solo di supermercati perché le frutterie sono in mano a negozianti (in prevalenza arabi) che hanno la “licenza illegale” di non scrivere la provenienza ben dettagliata come fanno i normali esercenti costretti a rispettare le leggi previo multe salatissime e la chiusura dell'attività commerciale, cosa che non riguarda questi negozianti e nemmeno quelli del Bangladesh che come funghi stanno dappertutto e pure più di uno per strada spesso vuoti di clienti, un successo incomprensibile.

 

Insomma limoni poco saporiti perché sicuramente devono maturare in navi da trasporto che hanno un lungo viaggio da fare.

 

Limoni coltivati in un paese che non ha leggi di controllo di produzione come normalmente in Europa e nell'attentissima Italia in particolare, una cosa che mi stupisce visto i continui allarmi sui fraudolenti coltivatori italiani e i continui servizi televisivi sui pesticidi, le acque d' irrigazione inquinate, il caporalato ecc.

 

Insomma si prende la frutta da dove non sappiamo niente e quel poco che emerge da questi paesi è meglio non dirlo perché rischi di passare per razzista.

 

Tra le cose allarmati che ho notato in questo caso è che i limoni sono affetti da una malattia contagiosa che mette a rischio la nostra produzione e va ad estendere le già tanto provate piantagioni nostrane vittime di malattie che ultimamente vengono fuori numerose.

 

La macchia nera sichiama Phyllosticta citricarpa o Guignardia citricarpa Kiely, che  è un fungo patogeno, è una delle più devastanti malattie degli agrumi e provoca la maculatura dei frutti e delle foglie di specie appartenenti ai generi Citrus, Poncirus, Fortunella e loro ibridi.

 

Sto parlano degli stessi frutti di cui parlavo prima che da tempo, forse lungo, non sono stato attento, si comprano nei supermercati e anche in questi negozi.

 

La foto che mostro l'ho fatta pochi giorni fa, un limone infetto in bella mostra che dietro mia segnalazione al personale non ha causato nulla.

 

È mai possibile che si trovano in commercio e nessuno fa niente? Vi ricordate la sovranità alimentare, non era questo governo che ci doveva far mangiare italiano?

 

Ma la cosa raccapricciante e che dove vai trovi solo limoni dal Sud Africa, non altri.

 

Chissà quante migliaia di tonnellate sono arrivate nei nostri porti, quante navi hanno scaricato questa merce, forse in alcuni casi pericolosa, per la salute pubblica e che devono essere smerciate.

 

Badate bene, non parlo del carretto venuto dall'estero e nemmeno della cassetta di frutta strana, sto parlando di un ingente quantitativo di frutta che da alcuni mesi se non anni monopolizza il commercio nazionale.

 

Intuibile un macro accordo commerciale con il Sud Africa a cui sicuramente abbiamo esportato macchinari a loro necessari per lo sviluppo, va bè, ma che ci dobbiamo avvelenare e dobbiamo mettere in ginocchio le nostre colture non sembra poi tanto necessario

 

 


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