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18/11/24 ore

Sanità: morti a causa di sciatteria ai limiti del cinismo



 

 

Sono molti, al di là della abnegazione di numerosi medici e infermieri, gli episodi di quella che viene definita malasanità – con un termine che riassume un sistema macchinoso e deresponsabilizzante – che la cronaca ci segnala. Ma in alcuni casi siamo di fronte a sciatterie  che rasentano il cinismo e a cui la stessa classe medica dovrebbe prestare una ferma volontà di autocontrollo.

 

Criminalizzare è un esercizio sbagliato e molto spesso privo di efficacia, ma non si possono accettare situazioni come quelle che si sono verificate nelle ultime settimane. La morte di due pazienti a Roma e Firenze, a causa di banali errori che si sarebbero potuti benissimo evitare con la dovuta attenzione e cautela.

 

Il primo risale al 29 giugno, in qui un neonato e deceduto perché gli è stato iniettato in vena del latte al posto di una soluzione fisiologica. Ora sono iscritti nel registro degli indagati 20 persone,  7 medici e 13 infermieri e  in’oltre la direzione generale dell’Azienda ospedaliera S. Giovanni Addolorata, ha già revocato l’incarico ad interim della dott.ssa Caterina De Carolis, che era direttore del reparto di Neonatologia.

 

Mentre il secondo è accaduto al Policlinico di Correggi (Firenze), dove un paziente cardiopatico 60 enne è morto poiché gli è stato somministrato sangue di un gruppo diverso dal suo e destinato ad un’altra persona

 

Ovviamente sarà la Magistratura a fare le dovute indagini sui fatti accaduti, ma questi due episodi non possono non far riflettere sulla negligenza, che non è solo mancanza di deontologia professionale ma mancanza di umanità. Quel senso di umanità che dovrebbe accompagnare da sempre il lavoro del medico e del personale paramedico sulla frontiera della vita delle persone.

 

Alessandro Frezzato


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