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25/12/24 ore

Anna Mahjar-Barducci, identità italo-marocchina di una scrittrice residente a Gerusalemme



di Yassine Benargane

(dal sito marocchino Yabiladi.com)

 

Anna Mahjar-Barducci è una scrittrice italo-marocchina, che vive a Gerusalemme, sensibile alle problematiche delle migrazioni e alle tematiche dell’identità culturale. Mahjar-Barducci, che abbraccia sia la sua identità europea sia il suo patrimonio culturale magrebino, ritiene che "guardare il mondo attraverso il prisma della tolleranza sia un tratto marocchino”.

 

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Anna Mahjar-Barducci, giornalista e ricercatrice del think tank americano Middle East Media Research Institute, ha pubblicato, lo scorso giugno, un libro intitolato "Identità Italiana" (edizioni Melagrana). Una raccolta di poesie e saggi, frutto del suo lavoro su temi che la riguardano in modo particolare e che sono collegati ai temi delle migrazioni e dell’integrazione.

 

Anna Mahjar-Barducci è italo-marocchina. Nata da una madre marocchina, originaria della città di Kenitra, e da un padre italiano che lavora per progetti di cooperazione internazionale, è nata il 23 gennaio 1982 a Viareggio, nel nord della Toscana.

 

Nata in Italia, ha trascorso la sua infanzia tra l’Africa, l’Asia e il mondo arabo. Questi viaggi hanno modellato la sua identità e hanno influenzato la sua vita professionale e personale, senza farle dimenticare la sua eredità culturale marocchina. “Ho trascorso la mia infanzia in Zimbabwe, Guinea, Senegal, Gambia e Tunisia. Ho anche vissuto in Pakistan per diversi anni", afferma.

 

Questi ultimi due paesi lasceranno un segno speciale. “La Tunisia è un paese moderno e affascinante, ricco di storia, arte, cultura e letteratura. Pensatori tunisini, come Mohamed Talbi, hanno avuto un impatto su di me sia personalmente che professionalmente”, ha affermato. Ha ricordato di essere stata "fortunata a incontrare in Tunisia vari intellettuali, che l'hanno spinta a riflettere sul dialogo interreligioso ".

 

Mahjar-Barducci poi racconta di aver incontrato per la prima volta "l’oscurantismo" in Pakistan, che definisce come un paese "molto colorato e intrigante, ma anche pieno di contraddizioni". Mahjar-Barducci ha dedicato a questo paese uno dei suoi libri, intitolato "Pakistan Express. Vivere (e cucinare) all'ombra dei talebani" (Edizioni Lindau).

 

Guardare il mondo attraverso il prisma della tolleranza è "un tratto marocchino"

 

Già nel 2009, mentre collaborava come giornalista con diversi media italiani, americani e arabi, pubblicava "Italo-marocchina: storie di immigrati marocchini in Europa" (edizioni Diabasis). Questa sua prima opera analizza la sua identità italo-marocchina e il posto occupato dal Marocco e dell’Italia nella sua vita.

 

Il Marocco ha sempre occupato un posto centrale nella mia vita. Il legame con le mie radici marocchine è molto forte. Anche mia figlia Hili è cittadina marocchina ed è molto orgogliosa del suo patrimonio culturale”, afferma.

 

Ricorda, inoltre, con affetto "i momenti trascorsi con la famiglia, chiacchierando e sorseggiando un caldo bicchiere di tè zuccherato alla menta”. Questo è uno dei ricordi più vividi dei suoi viaggi in Marocco, dove i suoi genitori avevano un appartamento a Rabat, che visitava spesso.

 

L'apertura della cultura marocchina ad altre credenze e tradizioni ha avuto un grande impatto sulla mia persona e sulla mia vita professionale. Guardare il mondo attraverso il prisma della tolleranza è un tratto marocchino. Inoltre, l'arte e l'architettura marocchina sono gli standard di qualità nella mia ricerca della bellezza nella vita".

 

La giornalista, ricercatrice e scrittrice spiega anche come il suo interesse per le questioni relative all'identità e la sua ricerca per scoprire come l'immigrazione influenzi l'identità culturale "derivi sicuramente dalla necessità di capire e trovare un equilibrio tra la [sua] identità europea e il [suo] attaccamento al Marocco. "Inoltre, essendo residente marocchina all'estero, è importante per me capire come l'identità possa essere rafforzata o ridefinita nella diaspora", aggiunge.

 

Marocco e migrazione marocchina verso Gerusalemme 

 

Anna Mahjar-Barducci "ha iniziato a scrivere per i quotidiani un po’ per caso" mentre stava finendo il suo master. “Penso che la scrittura possa essere uno strumento di catarsi. Dovremmo tutti imparare a scrivere per imparare a liberare le nostre emozioni, a ordinarle e ad interpretarle ”, raccomanda.

 

Attualmente vive a Gerusalemme con suo marito (ex consigliere del Primo Ministro Yitzhak Rabin) e sua figlia. Mahjar-Barducci fornisce anche una descrizione dettagliata della città santa, definendola come un luogo "dall’identità complessa, ma anche con un'identità marocchina sorprendente e consolidata”. Per quanto riguarda il suo trasferimento a Gerusalemme, afferma che la scelta è scaturita dall’idea che "sarebbe stato unico e speciale far nascere [sua] figlia in questa città tre volte santa".

 

Nata da una madre musulmana e un padre cristiano, e avendo sposato un uomo di fede ebraica, crede anche a questo proposito che "se c'è amore, rispetto e tolleranza, tutte le sfide possono essere superate”.

 

Sensibile ai problemi migratori, afferma che "gli ebrei marocchini che vivono a Gerusalemme sono molto legati alle loro radici magrebine". “Essere marocchini è parte della loro identità e loro motivo d’orgoglio. Il Marocco è nei loro cuori e la maggior parte degli ebrei marocchini a Gerusalemme parla correntemente l'arabo marocchino”, ricorda.

 

Anna Mahjar-Barducci ci assicura che a Gerusalemme "è anche possibile acquistare dolci marocchini quasi ovunque, come la Chabakia e lo Sfenj", e che nel centro città "è anche possibile assaggiare l'autentico couscous marocchino”.

 

(da Yabiladi.com)

 

 


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