Era il 1979, Pechino iniziava a scongelare le relazioni con Taiwan dopo 30 anni da separati: l'isola con un suo sistema giudiziario e politico, sebbene non avesse mai proclamato l'indipendenza, Pechino con la sua rivoluzione maoista.
Ma, commemorando il quarantennale della normalizzazione dei rapporti, il presidente cinese Xi-Jinping non ha fatto sconti: "I cinesi non dovrebbero combattere altri compagni cinesi, siamo disposti a fare del nostro meglio con la più grande sincerità per la pacifica riunificazione della madrepatria, questo nel miglior interesse dei compatrioti e dell'intera Nazione.
Noi non escludiamo l'uso della forza e ci riserviamo di utilizzare ogni mezzo necessario contro le forze straniere e i piccoli gruppi di indipendentisti e separatisti e contro tutte le loro attività. Ovviamente mai agiremo contro i compatrioti di Taiwan".
Il riferimento agli stranieri è agli Stati Uniti che hanno sempre sostenuto l'isola, buen retiro degli esuli maoisti.
La replica della presidente di Taiwan non si è fatta attendere. La presidente Tsai Ing-wen ha detto che nonostante il suo partito abbia subìto una sconfitta alle elezioni del governo locale di novembre, si batterà per la tutela degli interessi dei taiwanesi e lo farà anche di fronte alla crescita dell'opposizione filo-cinese.
Taiwan e Pechino, nonostante le tese relazioni, sono legate da importanti rapporti economici e commerciali con volumi d'affari milionari. (da euronews.com)