di Rino Formica
(da Il Foglio del 19 febbraio 2014)
Siamo giunti a un punto di rottura istituzionale senza precedenti nella storia repubblicana. Renzi può solo mettere un cerotto sulla profonda ferita. Renzi annuncia una riforma al mese. Non si capisce se la promessa è sino a giugno 2014 o sino ad aprile 2018. In questo ultimo caso sarebbero 45 le riforme all’orizzonte! Ma fermiamoci al giugno 2014.
Per mettere mano alle annunciate riforme, Renzi deve dire come si superano i primi ostacoli. Proviamo a schematizzare.
– Una riforma costituzionale senza la Costituente eletta dal popolo.
– Una riforma del lavoro senza patto sociale.
– Una riforma della Pa senza la riforma dello Stato.
– Una riforma elettorale senza la rappresentanza del pluralismo politico.
– Una riforma del fisco senza dividere gli evasori grandi ladri dagli evasori per sopravvivenza.
– Una riforma della giustizia senza chiarire se la magistratura è un potere politico o è un ordine funzionale allo Stato democratico.
Su questi temi si potrà ancora giocare con le parole. Sarà difficile, invece, aggirare l’ostacolo sul punto critico politico: Renzi dovrà dichiarare su quante maggioranze è seduto. Ma Renzi ha già perso se pensa di poter mediare da presidente del Consiglio tra una maggioranza di governo che si regge su partiti che devono sopravvivere e una maggioranza delle riforme che vuole ridurre il sistema politico a un duopolio di potere tra Forza Italia e Pd.
La crisi di sistema ha un passaggio obbligato: il ritorno del popolo nel sostegno della Repubblica. La democrazia senza popolo è destinata a perire. Non basta il richiamo alle urne se il popolo abbandona il rito democratico delle elezioni. In Sardegna come si potrà governare la crisi economica e sociale dell’isola con un governo regionale che raccoglie solo il 20 per cento dell’elettorato?
Questo è lo scenario che si annuncia per l’Italia. Ho il timore, e vorrei tanto poter sbagliare, che dopo Renzi si possa aprire un ventennio di eclissi democratica. Negli Stati moderni non si muore se si tagliano i patrimoni, i profitti, le rendite e i salari, si decade se muore la democrazia. E dopo, svanisce la libertà.