“700 bambini, figli di migranti, sono morti in mare quest’anno”. Sconvolgente! Come mai non avevamo portato il conto finora?! E a quanto pare, il numero è destinato a crescere se guerre e violenze continueranno.
Eppure qualche mese fa l’immagine di un solo bambino, trovato morto su una spiaggia turca, aveva fatto commuovere migliaia di persone in tutto il mondo e molte nazioni si erano aperte alla solidarietà verso i migranti, ma dopo i recenti attentati terroristici la paura fa innalzare ancora barriere e così nemmeno i 700 bambini già morti, né quelli che continueranno a morire riusciranno a suscitare di nuovo un po’ di pietà.
“Quando i bambini vedono il mare per la prima volta - scrivevo tempo fa in un articolo (“I bambini e il mare”) - i loro occhi si riempiono di meraviglia e di gioia, talvolta battono le mani e i più grandi e audaci corrono verso l’acqua con le piccole braccia spalancate, guazzando poi felici nelle acque poco profonde, sorvegliati con cura dagli adulti.
Il sole illumina i loro sorrisi che rallegrano la spiaggia, mentre genitori e nonni li guardano incantati per ogni loro prodezza o nuovi buffi modi di gesticolare o parlare per comunicare con il mondo esterno. La sabbia offre loro mille fantastici giochi da inventare: castelli, torri, ponti e altre creative costruzioni, conchiglie li attirano con svariate forme e colori, secchielli, palette e rastrelli e quant’altro sono sparsi intorno a loro. Spesso fanno amicizia e giocano insieme per lunghe ore.
Tutto sembra fermarsi in uno spazio indefinibile e in un tempo “sospeso” fuori dalla realtà in cui l’innocenza e la purezza aleggiano nell’aria. Anche gli adulti, lontani da ogni volgarità o bruttura, nell’osservarli ritrovano forse quel magico mondo dell’infanzia che purtroppo dura così poco.
Ci vengono poi in mente quei bambini che non hanno un’infanzia normale, vittime di degrado, fame, malattie, violenze e guerre e ci chiediamo come mai ancor oggi possa accadere tutto ciò. Vorremmo che tutti i bambini del mondo potessero giocare felici sulle spiagge, vicino al mare, sotto il sole”.
Il mare dovrebbe essere fonte di gioia per i bambini, non un grande, mostruoso cimitero che li ghermisce tutti i giorni con crudeltà. E l’antica domanda ritorna quando si parla di guerre o altri eventi storici: “Cui prodest? A chi giova?”. Di sicuro, non ai bambini.
Il terrorismo va combattuto non vi è dubbio, ma auspichiamo soluzioni che non conducano ad una nuova guerra mondiale: interventi ONU per il mantenimento della pace, sistemi d’intelligence congiunti per utile scambio d’informazioni, strategie economico-finanziarie globalizzate più umane che rispettino persone e ambiente, supporto degli arabi democratici. Senza dubbio tutte le strade che portano alla pace vanno percorse, pur di evitare altre guerre e ulteriore spargimento di sangue.
Mi ritorna spesso in mente la bella canzone natalizia di J. Lennon “Happy ‘Xmas - War is over” oppure l’impareggiabile “Imagine”, in cui egli ci invita ad immaginare un mondo futuro pacificato e unito.
Giovanna D’Arbitrio