Dunque si lavora in queste ore a un governo che eviti le urne a ottobre e scongiuri quindi il cosiddetto trionfo sovranista di Matteo Salvini.
Zingaretti lo ha chiamato “governo di svolta” in chiara discontinuità con il recente passato giallo-verde.
Cinque sono i punti fissati dal segretario PD, da condividere con il M5S: più che altro un generico e indefinito elenco delle buone intenzioni, che persino il leader della Lega potrebbe approvare senza imbarazzi.
Al di là delle formule, resta difficile non vedere all'orizzonte semplicemente un governo del non-voto, utile solo a chi oggi teme di perdere la famigirata e odiata "poltrona".
Ne discute Geppi Rippa, sollecitato da Antonio Marulo in questo nuovo appuntamento con "Maledetta Politica".
Maladetta Politica. Crisi di governo, i danni di un esecutivo di presunta svolta