Un paese diviso a metà, elettoralmente ed economicamente. Nord e Sud, una vecchia storia, problemi atavaci e irrisolti che in questo periodo di crisi anche internazionale si acuiscono. Angelo Panebianco sul Corriere della Sera ritiene che “non sarà la politica nazionale (in nessuna delle sue componenti) che, autonomamente, potrà fare qualcosa di buono per il Sud.
È solo dalla società meridionale che un giorno potrebbe partire un movimento capace di rimettere in moto lo sviluppo (sia pure con tutta l’attenzione del caso alle specificità della società meridionale) e di prendere finalmente le distanze da una interpretazione rancorosa del passato e del presente tuttora dominante la quale genera irresponsabilità: quella che nega i vizi della società meridionale nascondendoli dietro al risentimento e alla pretesa di «risarcimenti» da un Nord a cui si attribuisce ogni colpa per i mali del Sud.
Senza un movimento di tal fatta – scrive Panebianco - che sorga spontaneamente (ma del quale oggi non c’è traccia) è impossibile che la classe politica nazionale sia in grado di proporre e fare scelte politiche intelligenti per il Mezzogiorno”.
In proposito, l'opinione e l'analisi di Geppi Rippa, sollecitato da Antonio Marulo, in questo nuovo appuntamento con Maledetta Politica.
- Maledetta politica - L'eterna questione meridionale (Agenzia Radicale Video)