Il vertice di Minsk sulla crisi Ucraina ha confermato come la politica estera dell’Unione in quanto tale non esista. Al tavolo si sono seduti,con Putine e Poroshenko, Merkel e Hollande, mentre tutti gli altri restano a guardare in attesa di comunicazioni su quanto deciso, con l’Italia che si accontenta invece della gloria artefatta di Lady Pesc, figura sopravvalutata per questioni strettamente domestiche, presentata all’opinione pubblica come un simbolo di cambiamento per una politica estera europea comune.
La verità è che l’Alto rappresentante conta meno zero e l’avvento di Mogherini - non proprio carismatica, esperta e influente - non offre una spinta per il "cambioverso" fantasticato da Matteo Renzi.
Ciò detto, e nell’attesa di saperne di più sugli sviluppi di un compromesso auspicato che eviti il degenerare del conflitto russo-ucraino, Giuseppe Rippa, in questo numero di Maledetta Politica, offre alcuni spunti di riflessione sugli effetti del mancato progetto strategico dell’Europa verso la Russia dopo la caduta del muro di Berlino.