Paula Cooper, che nel 1986 divenne la più giovane detenuta nel braccio della morte, è stata trovata morta a Indianapolis dalla polizia che ha parlato di suicidio. Aveva 45 anni ed era uscita di carcere due anni fa, dopo aver scontato 28 anni di reclusione. La sua vicenda, la rese un simbolo della campagna contro la pena di morte negli Stati Uniti.
Era il 1986 e Paula Cooper aveva 15 anni quando assassinò durante una rapina la 78enne insegnante di religione, Ruth Pelke. Un anno dopo fu condannata alla sedia elettrica. Cosa resa possibile nello Stato dell’Indiana che ammetteva la pena di morte per bambini sopra i 10 anni.
Il Partito radicale, con Nessuno tocchi Caino, lanciò una campagna internazionale e il Parlamento Europeo emise una risoluzione con Emma Bonino prima firmataria. Papa Giovanni Paolo II chiese la grazia.
Due anni dopo la Corte Suprema americana stabilì che non si poteva infliggere una condanna alla pena capitale per un reato commesso sotto i 16 anni. Lo stato dell’Indiana fece dunque salire da 10 a 16 anni l’età minima per una condanna a morte e nel 1988 la Corte Suprema dell’Indiana commutò la sua pena in una condanna a 60 anni di carcere.