La Croazia, la cui popolazione è in larghissima maggioranza di religione cattolica, ha chiuso definitivamente le porte alle nozze gay, inserendo nella propria Costituzione la definizione del matrimonio come un'unione esclusivamente tra "un uomo e una donna".
A favore del "si'" si e' espresso infatti nel referendum di ieri il 65,16% degli elettori. Contro questa modifica costituzionale si sarebbe schierato invece il 34,23% dei votanti. La consultazione popolare ha avuto un forte appoggio da parte della Chiesa cattolica il cui appello ha prevalso contro quello del governo, del presidente della Repubblica e di una larga parte dei media e del mondo accademico che nelle scorse settimane hanno invitato i croati a non avallare questa forma di discriminazione e di divisione tra famiglie di primo e secondo grado.
Resta però l'ombra della legittimità democratica del referendum, il cui tasso di affluenza è stato bassissimo, fatto che però non ne compromette la validità, con risultati vincolanti dato che non era richiesto nessun quorum. Il primo ministro Zoran Milanovic, definendo "triste e inutile" questo referendum "che non è altro che una manifestazione di omofobia", ha comunque annunciato che tra una o due settimane il suo governo presenterà una legge sulle unioni civili tra le coppie dello stesso sesso. La legge prevede che a loro siano garantiti tutti i diritti delle coppie sposate, ad eccezione dell'adozione dei minori. (fonte Ansa)