Dopo il successo (e le polemiche) delle precedenti esibizioni in Italia, torna a Roma "Body Worlds", la mostra dedicata alle creazioni del Dr. Gunther Von Hagens, una rassegna di straordinarie preparazioni anatomiche che dal 1995 - anno del suo debutto a Tokio - ad oggi ha attirato ed emozionato oltre 40 milioni di visitatori in tutto il mondo, 500.000 dei quali solo nel nostro paese tra Roma, Napoli, Milano e Bologna.
Ad ospitarla questa volta sono i locali dello Spazio Eventi Tirso (SET), una struttura dall’architettura postmoderna di vetro, cemento, resine e metallo nel cuore della Capitale, percorsa da luci ed ombre, che s’adatta perfettamente allo splendore chirurgico dei campioni presentati.
Infatti "Il Ciclo della Vita" – tema della mostra di quest’anno - altro non è che l’esposizione di corpi ed organi umani donati spontaneamente e conservati con una tecnica particolare chiamata plastinazione, brevettata dal Dr. Von Hagens nel 1977 presso l’Istituto di patologia e anatomia dell’Università di Heidelberg, che, mediante la sostituzione dei liquidi corporei con polimeri di silicone ed altri procedimenti che prevedono l’immersione dei soggetti in vasche d’acetone, consente la conservazione perfetta ed inodore dei tessuti umani ed animali illimitatamente, donando loro in qualche modo quella sorta d’immortalità della carne perseguita nei millenni in ogni parte del mondo da civiltà diversissime tra loro – dagli egizi ai cinesi alle culture precolombiane e a quelle tribali dell’Africa o della Polinesia ad esempio - permettendoci così di sperimentare la nostra stessa corporeità da un’inusuale prospettiva.
Ma al contrario dell’antica arte della mummificazione, che presso quelle civiltà aveva finalità di carattere prettamente religioso o rituale essendo legata ai culti funerari, lo scopo di quest’incredibile mostra, visitabile fino al 15 febbraio 2015, non è certo (o non solo) di stupire e/o sconvolgere il visitatore quanto piuttosto di fornirgli un quadro quanto più completo possibile dell’organismo umano e del suo funzionamento nel tentativo di ispirare la nascita d’una coscienza, nuova, scientifica, genuinamente laica del corpo.
È quindi più una celebrazione della vita, che si snoda in un percorso comprendente tutte le fasi dell’esistenza, dallo sviluppo dell’embrione alla vecchiaia, attraversandone tutti gli stadi senza alcuna forma di compiacimento macabro fine a sé stesso.
"La morte è un fatto normale, è parte della vita. E’ la vita ad essere eccezionale" dice Von Hagens illustrando il funzionamento del corpo con un esame minuzioso d’ogni sua singola parte. E non solo tramite la visione d’interi corpi plastinati in pose che riprendono la nostra realtà quotidiana – come la coppia di ballerini classici, la triade di giocatori di carte celebre per essere comparsa in una scena del film di 007 "Casinò Royale", l’atleta di basket o lo scacchista – ma anche presentando organi sani vicino ad altri afflitti dalle più diverse patologie, che ci permettono di riflettere sulle problematiche relative alla conservazione della salute e al suo inestimabile valore. È emblematica a questo scopo la presenza, tra i tanti campioni illuminati dai neon nelle teche, dei polmoni d’un fumatore messi a confronto con quelli d’un non-fumatore.
L’alto valore didattico dell’operazione è evidente e rende la mostra appetibile ad un pubblico vasto, di tutte le età (sono oltre centomila a tutt’oggi in Italia gli studenti tra scuole primarie, secondarie e gruppi universitari che l’hanno visitata), richiamato soprattutto dalla possibilità di comprendere meglio un mondo di conoscenza riservata altrimenti all’ambito dei laboratori scientifici, al loro gergo per molti impenetrabile, e sono particolarmente efficaci le tavole esplicative associate alle varie sezioni, corredate di citazioni dotte da autori d’ogni tempo, che permettono anche allo spettatore completamente digiuno d’anatomia di comprendere rapidamente la funzionalità dei meccanismi biologici presentati, inclusa la loro intrinseca poesia.
Secondo le dichiarazioni di Angelina Whalley, moglie di Von Hagens e curatrice delle sue mostre, il 68% dei visitatori intervistati dopo aver presenziato ad una delle varie edizioni di "Body Worlds" ha ammesso di aver deciso di prestare in futuro maggiore attenzione alla propria salute e circa il 23% si è detto più disponibile rispetto al passato alla donazione degli organi.
Non abbiamo fatto caso se, come spesso avviene durante queste esposizioni, anche stavolta fossero disponibili per il pubblico i moduli di donazione spontanea dei propri organi o corpo per la plastinazione. Quel che è certo è che negli anni i cadaveri in mostra hanno suscitato diverse domande sulla loro provenienza. La scelta di collocare la sede della società di plastinazione, la Von Hagens Plastination Ltd, a Dalian, nella Repubblica Popolare Cinese, per un certo periodo ha sollevato nei detrattori di Von Hagens il sospetto che i corpi utilizzati fossero quelli delle vittime di esecuzioni capitali.
Allo scopo di fugare questi dubbi inquietanti, Von Hagens in seguito ha deciso di rendere pubblici i dati sulle donazioni di corpi come si può verificare dal suo sito www.vonhagens-plastination.com, affermando anche di avere in programma lo sviluppo di un atlante digitale anatomico, da esporre nei musei, sorta di versione contemporanea del De Humani Corporis Fabrica, trattato rinascimentale di anatomia realizzato dall'anatomista fiammingo Andrea Vesalio, tra i numi tutelari, insieme ad artisti, scienziati ed alchimisti del passato come Leonardo da Vinci, Olaus Wormius o Raimondo di Sangro, che ci vengono in mente mentre ci aggiriamo per i locali della mostra.
Lo stesso Dr. Von Hagens del resto, che vediamo ammiccare con divertita malizia in una foto appesa all’uscita, aveva dichiarato in occasione d’una precedente esposizione nella Capitale: "Portare Body Worlds a Roma somiglia ad un ritorno a casa perché la mostra si pone fermamente nella tradizione dello studio dell'anatomia umana, che è iniziato con il Rinascimento" e pare che anche gli abiti scuri e il cappello nero a larghe falde che indossa costantemente siano una voluta citazione dell’abbigliamento dei personaggi che compaiono nel dipinto Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt.
E se le "opere anatomiche" di Von Hagens fanno scalpore, suscitando accese polemiche come quella seguita all'esposizione di Milano, quando giunse dal Comune la richiesta di rimuovere dall'esposizione, allora allestita alla Fabbrica del Vapore, le opere che avrebbero potuto urtare la sensibilità del pubblico o le durissime esternazioni del cardinale Carlo Caffara, che in occasione della mostra a Bologna nel 2013 la definì "offensiva della sensibilità umana" e "una violenza contro il pudore, una vera e propria pornografia", nell’indugiare con lo sguardo sulla serafica levità delle pose in cui i soggetti della plastinazione sono congelati, così simili a quelle delle tavole leonardesche, e sui colori accesi delle preparazioni in tutto e per tutto affini a quelli delle ceroplastiche conservate al Museo della Specola a Firenze (tranne per la loro caratteristica d’autenticità), non possiamo trattenerci dal dedicare un pensiero agli oltre tredicimila volontari già registrati presso l’Institute for Plastination in Germania e alle loro motivazioni interiori.
"Per molti questa soluzione è il modo per secolarizzare la propria sepoltura e attenuare l'angoscia di perdere la vita, attraverso la possibilità di estendere la propria esistenza fisica dopo la morte" ha dichiarato a proposito dei suoi donatori lo stesso Gunther Von Hagens. E forse il senso del suo lavoro, d’una simile esplorazione dei territori liminali tra vita e morte, etica ed estetica, risiede proprio nella capacità di quest’uomo, questo scienziato d’altri tempi proiettato nel futuro, d’applicare le categorie ineffabili dell’Arte alla sfuggente corporeità della Carne riuscendo tuttavia ad onorarle misteriosamente entrambe.
Gianni Carbotti
(foto di Gianni Carbotti & Benjie Basili Morris)