C'è una legge che regola la produzione e vendita degli stupefacenti, vietando la propaganda pubblicitaria di quelle sostanze quando vengono usate come farmaci. Si tratta di una norma datata anni '90 del secolo scorso e si rifa a sua volta a una legge del Ventennio che per ovvi motivi mal si adatta ai cambiamenti avvenuti e a quelli prossimi venturi.
Da qui il pasticcio, in assenza di regole adatte ai tempi, che ha visto protagoniste alcune farmacie colpite da sanzioni da 8 mila euro, per aver fatto pubblicità online alla cannabis terapeutica.
La vicenda – ricostruita nell'articolo di repubblica.it, qui riproposto in Rassegna – è un classico all'italiana, fra vuoti normativi e ottusa applicazione di norme tutt'altro che chiare.
"Fanno pubblicità alla cannabis terapeutica", farmacie multate
(da repubblica.it)
Accusate di fare pubblicità online alla cannabis terapeutica e quindi multate per migliaia di euro. Alcune farmacie galeniche italiane sono finite nel mirino del ministero alla Salute perché presenti su alcuni siti dove vengono elencati appunto i luoghi dove con ricetta si può trovare la marijuana. Avrebbero violato la legge del '90 che regola produzione e vendita degli stupefacenti specificando che è vietata la propaganda pubbliciatria di quelle sostanze quando vengono usate come farmaci.
Tra le 6-7 farmacie colpite con sanzioni da 8mila euro c'è la San Carlo di Ferrara, del dottor Paolo Mantovani. "Noi non abbiamo nemmeno un nostro sito personale - spiega il farmacista - Siamo su alcuni siti, come letsweed.com o cercagalenico.it, dove sono elencate farmacie con laboratorio galenico che possono preparare la cannabis. A me quella non sembra pubblicità. Sulla rete sono citati tanti dei prodotti che prepariamo e tra questi, da poco, anche la cannabis".
Alcune delle farmacie sanzionate avevano anche un sito proprio, per la verità, che è stato bloccato in attesa di una soluzione della vicenda. Altre hanno ancora il loro spazio web attivo dove si rende conto della vendita della cannabis terapeutica, magari con l'accortezza di specificare che non si sta facendo pubblicità ma solo spiegando come agisce e come va presa la sostanza. "E non ci scordiamo - dice sempre Paolo Mantovani - che le persone non possono venire qui e prendere la sostanza.
E' necessario avere una ricetta particolare del medico che attesta la presenza di certe patologie. Ma al ministero pensano che solo scrivere online che tra le altre cose prepariamo anche la cannabis ritengono che sia pubblicità indotta. Vedremo, abbiamo già fatto ricorso".
Oltre ai siti citati dal farmacista, dove sono elencate farmacie galeniche in base alle sostanze che preparano, ci sono app che aiutano il paziente, ad esempio, qual è il negozio più vicino dove aquistare farmaci a base di morfina. Sempre sotto stretto controllo medico. Probabilmente tutta la materia va rivalutata, altrimenti le sanzioni potrebbero diventare centinaia.
"La legge è datata, perché quella del '90 si rifa addirittura a una norma del '34 - spiega ancora Mantovani - Ma desso ci troviamo a un mondo di blog, social network e siti vari che scrivono informazioni. Sono sempre pubblicità? Chiediamo al governo di darci regole più chiare". Anche la presidente di Federfarma Annarosa Racca è a conoscenza delle sanzioni. "Stiamo ancora studiando la situazione - spiega - Certamente quei colleghi non volevano fare pubblicità alla cannabis terapeutica, erano in buona fede. Tutte le farmacie ormai hanno dei siti"
Da quando l'Istituto farmaceutico militare di Firenze ha iniziato a produrre la cannabis di Stato, alla fine dell'anno scorso, sono stati una quarantina i chili di sostanza spediti alle farmacie private e pubbliche...
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