Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Primarie M5S, le barriere all'entrata di Grillo


  • Ermes Antonucci

Dopo quelle del centrosinistra, ora tocca al Movimento 5 Stelle tenere le sue primarie o, come preferisce definirle Beppe Grillo, le “parlamentarie”. Da lunedì 3 a giovedì 6, infatti, si terranno le votazioni, rigorosamente online, dei 1400 candidati grillini che aspirano a far parte delle liste elettorali per le prossime elezioni politiche.

 

Osservando le modalità con cui verrà realizzata questa chiamata elettronica alle urne, si resta stupiti dal completo rinnegamento dei principi di democrazia diretta e partecipativa che il movimento da sempre pone al centro della propria azione politica.

 

Innanzitutto appare paradossale la scelta di limitare il voto ai soli iscritti al movimento. Una decisione giustificata con la necessità di evitare una massiccia salita sul carro del vincitore, ma che fornirà l’immagine di un movimento ancor più settario, chiuso ed autoreferenziale, ben distante dall’affrontare apertamente una reale sfida democratica e in linea con i suoi ideali. Potranno votare, infatti, solo coloro che si sono iscritti al Movimento entro il 30 settembre, uno spartiacque temporale stabilito arbitrariamente da Grillo il 29 ottobre, e che quindi ha avuto l’effetto di tagliare fuori migliaia di possibili elettori, a quel punto impossibilitati ad iscriversi.

 

Ancor più emblematica, in termini di chiusura mentale e democratica, risulta essere la scelta di permettere la candidatura solo ad ex-candidati, a coloro cioè “che si sono presentati alle elezioni comunali o regionali”. In poche parole i grillini “trombati” – come qualcuno li ha già definiti in Rete – alle ultime elezioni. E chi per anni ha partecipato attivamente alle azioni del movimento però senza decidere di candidarsi? Non può fare nulla, né tantomeno appellarsi a qualcuno, figuriamoci.

 

Se si guarda alla questione della trasparenza, infatti, c’è da mettersi le mani nei capelli. Dall’esterno (possono entrare nel portale solo gli iscritti) non è possibile ottenere un elenco ufficiale dei candidati, e chi volesse conoscerli dovrebbe spulciare le pagine di decine e decine di siti dei gruppi locali, i cosiddetti meetup. E poi, non si sa quanti iscritti avranno la possibilità di votare, non si sa con quali meccanismi verranno garantite le operazioni di voto, non si sa chi vigilerà sul corretto svolgimento del conteggio, e non si sa se i verbali dei risultati verranno pubblicati.

 

Infine, perché permettere di votare solo attraverso internet? Si tratta di un problema che viene troppo spesso sottovalutato, ma non tutti i possibili elettori posseggono le capacità necessarie ad utilizzare i computer e a muoversi su internet. Il digital divide, cioè il divario tra chi ha accesso alle tecnologie di comunicazione e chi ne è escluso, è uno dei più attuali temi del nostro tempo e sorprende che Grillo, da anni in prima linea nella lotta a questo fenomeno, se ne sia improvvisamente dimenticato.


Aggiungi commento