Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Radici e attualità della Costituzione tradita. Conversazione con Giovanni Fiorentino di Giuseppe Rippa



Quello che si respira intorno a noi, al di la dei governi che si susseguono, è di vivere in un contesto fragile, sia istituzionalmente che come società. Una sensazione che ci accompagna è di avvertire che le difficoltà che sentiamo sono antiche, prodotte da mancate capacità di risolvere problemi che ci trasciniamo.

 

Sembra difficile frenare, nonostante le parole roboanti di tutte le parti politiche, sociali, istituzionali, invertire quella china discendente nella quale ci sentiamo incanalati.

 

Se è vero che il quadro internazionale, mondiale e europeo, è attraversato da una crisi complicata, il nostro Paese sembra bloccato da tutti i limiti che mancate  e necessarie riforme hanno finito per paralizzarci. Così la politica, divenuta sottosistema di poteri corporativi da lei stessa creati, si conferma senza idee e non sembra in grado di una nuova visione capace di tirarci fuori da questa palude. La corporativizzazione sembra aver vinto, accentuando disuguaglianze e potenziali conflitti.

 

Più di quaranta anni fa, Mario D’Antonio, già capo del servizio studi della Camera dei deputati, scriveva nel suo saggio La Costituzione di carta, che Leonardo Sciascia ricordava essere un libro che bisognerebbe che tutti leggessero, “… non è un semplice divertimento intellettuale domandarsi se nella progressiva perdita dell’ordinamento costituzionale, nel distacco pressoché definitivo fra ordinamento formale, quello appunto scritto nella costituzione, e quello di fatto, non si ritrovi … una delle principali ragioni del profondo malessere che ci avvolge…”.

 

È chiaro che alcuni principi fondamentali della costituzione, quello - per esempio - della separazione dei poteri…, hanno perduto l’essenziale posizione di organi motori dell’ordinamento e, al di là dalle lamentazioni di tipo rituale, pochi si muovono realmente, sia per incapacità che per ignoranza, per sollecitarne il ripristino.

 

“… La Costituzione vivente - scrive l’avvocato Giovanni Fiorentino nel suo suo saggio Essere italiani. Radici e attualità della costituzione, pubblicato dall’Archeoclub d’Italia di Massa Lubrense in occasione del 75° Anniversario della promulgazione della Costituzione il 27 dicembre 2022 - ha stravolto il quadro di riferimento delineato dai Costituenti, e che i valori costituzionali, pur se permangono attuali, vanno ripristinati nella convivenza sociale e nell’assetto istituzionale. Trattasi di un’opera non facile, che urta interessi egoistici e corporativi che poco hanno a che fare con l’equità ed il bene comune, e situazioni di potere oligarchico consolidatesi nel tempo… È un’opera degna di essere intrapresa, la sola che possa propiziare la ricostruzione di un’etica civile su cui poggiare la prospettiva di una solida ripresa del nostro Paese…”.

 

Con il direttore di Agenzia Radicale e Quaderni Radicali Giuseppe Rippa, l’avvocato Giovanni Fiorentino discute del tema della Costituzione tradita.

 

Solo costruendo pozzi di cultura critica capace di avere coscienza dei processi, capacità di cercare le alterità e di sapersi assumere responsabilità si potrà uscire dal pantano che ci avvolge. 

 


 

- Radici e attualità della Costituzione tradita. Conversazione con Giovanni Fiorentino di Geppi Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


Aggiungi commento