Concepite in quello che veniva definito il periodo bellico dell’attacco della mafia degli anni ’90 la super Procura Antimafia, istituita 20 novembre 1991 e le direzioni distrettuali antimafia (le sezioni istituite nelle Procure presso i tribunali sede di Corte d'Appello, competenti a svolgere le indagini relative a delitti di criminalità organizzata), erano state immaginate da Giovanni Falcone (che mai potè essere chiamato a dirigere la stessa Superprocura e anzi subì l’ostracismo delle correnti e della magistratura politicizzata di destra e di sinistra!…) per rendere effettivo il coordinamento delle indagini, garantire la funzionalità dell’impiego della Polizia giudiziaria e assicurare completezza e tempestività delle investigazioni.
Erano costruite per combattere la mafia di quegli anni e in ogni caso realizzarono un’azione che mise in ginocchio il vecchio modello mafioso. Con il carattere di mutazione della mafia e la sua azione sviluppatasi all’interno dei fenomeni di globalizzazione, oggi appaiono di fatto poco funzionali.
Quello che sostanzialmente doveva servire per sostenere il lavoro degli investigatori, offrendo supporto logistico, la collaborazione di magistrati (aggiuntivi) nei processi, ausilio nella gestione dei pentiti si rivela uno strumento paralizzato per tanti motivi.
Il tutto era stato concepito, in quegli anni, all’interno di un sistema orizzontale, basato sul consenso, garantito dall’interesse comune di contrastare la criminalità organizzata, oggi appare obsoleto. È proprio questo aspetto che negli anni è venuto meno. Perché col tempo le Procure si sono trasformate in Repubbliche autonome come qualcuno (Rocco Vazzana) sostiene.
La super Procura e le procure distrettuali antimafia sembrano essere altro dall’idea in cui nacquero. Oggi occorrerebbe, nell’ambito della necessaria e sempre lontana azione di Riforma della Giustizia, ripensare il tutto per dare, nella dinamica dei pesi e contrappesi formulati nella Carta costituzionale nella sua visione di Stato di diritto e per sottrarre il contesto ai fenomeni di corporativizzazione, una profonda opera di cambiamento.
Otello Lupacchini, ex Procuratore generale e giusfilosofo, ne parla in Agenzia Radicale Video con Giuseppe Rippa.
- Indagini sulla nuova mafia: è ancora funzionale la superprocura? Ne parla Otello Lupacchini
(Agenzia Radicale Video)
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