Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Al voto dopo una disastrosa campagna elettorale. Conversazione Giuseppe Rippa / Luigi O. Rintallo



Queste elezioni per il rinnovo del Parlamento sono contrassegnate da una campagna informativa quanto mai simile a quella della primavera scorsa per i referendum sulla giustizia: come allora giornali e tv hanno fatto di tutto per occultare la valenza politica della consultazione, impedendo di evidenziare la centralità della questione giustizia per dirottare il confronto sui tecnicismi giuridici, altrettanto avviene in questa estate dove si evocano paure o si dà spazio a sterili polemiche senza che nessuno dei nodi veri dei problemi presenti sia oggetto di un reale confronto.

 

Giuseppe Rippa, nella conversazione con Luigi Oreste Rintallo, riflette sul vuoto lasciato da una politica che risente delle conseguenze della mancanza di Stato di diritto e di decenni di democrazia fittizia, all’insegna della cooptazione consociativa.

 

Al posto dei partiti di un tempo, quelli che sono oggi i loro ectoplasmi dimostrano una granitica indifferenza verso tutte le questioni dirimenti della società, dalla stagnazione che perdura all’assenza di rappresentatività di istituzioni ormai erose.

 

Dalle sei forze politiche in corsa a queste elezioni – che richiamano l’esapartito della prima Repubblica tante volte evocato da Marco Pannella – non proviene alcuna alterità di visione strategica, bloccate come sono dal ripetere stancamente le ritualità di sempre inseguendo il mix di assistenzialismo e tassazione o l’insensato anti-parlamentarismo che apre le porte al potere incontrollato degli apparati.

 

Al di là dell’esito elettorale, che confermerà o meno le previsioni della vigilia, la crisi di sistema rimarrà tale.

 

Se una prospettiva nuova si aprirà, essa non potrà che provenire dalla quota di cittadini che con il  SI al voto referendario di giugno ha dimostrato l’esistenza di una base di partenza dotata di un’elevata consapevolezza politica, in grado di prefigurare un rivolgimento in senso liberale del rapporto fra Stato e società, consentendo a quest’ultima di essere finalmente autonoma e responsabile.

 


 

- Al voto dopo una disastrosa campagna elettorale. Conversazione Rippa/Rintallo

(Agenzia Radicale Video)

 

 


Aggiungi commento