La questione giustizia segna una delle tappe più acute di quella che storici, analisti politici hanno definito la china discendente che l’Italia ha imboccato e dalla quale è sempre difficile risalire. La contro-produttività del sistema giustizia è una tremenda e indiscutibile realtà che, nel nostro Paese, è divenuta un elemento di freno e di disorientamento nel processo di sviluppo civile della società, concausa della crisi economica, che pandemia e aggressione russa in Ucraina hanno accentuato e reso più acuta.
Più di un decennio fa in Pensare l’Italia (Einaudi) Ernesto Galli della Loggia e Aldo Schiavone sottolineavano come molti nodi stretti nel passato stessero venendo al pettine, vuoi sotto forma di mancate riforme (… riforma della Costituzione o della Magistratura per citarne alcune), vuoi sotto forma di scelte politiche sbagliate, dalle privatizzazioni (autentiche svendite fatte sotto costo da governo a compiacenti privati…), alla costruzione di un sistema di welfare organicamente fondato sul debito pubblico.
La questione giustizia riassume in modo emblematico tutto il senso della crisi che il nostro Paese vive. Può essere definita la radiografia più evidente, ma anche la più deformata, degli strumenti di guida politica (consociativi e compromissori, concertativi e elitari), della direzione politica e di potere del Paese. Siamo di fronte ad un assetto squisitamente illiberale che fa della giustizia una questione civile.
Con Luigi Compagna, già professore ordinario di Storia delle dottrine politiche e ex senatore, il direttore di Agenzia Radicale e Quaderni Radicali Giuseppe Rippa discute degli aspetti tutto sommato fragili della cosiddetta riforma Cartabia e dei referendum sulla giustizia (… riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, separazione delle carriere, limiti ad abusi di custodia cautelare, abolizione del decreto Severino, equa valutazione dei magistrati) a cui l’informazione pubblica e privata ha decretato un vero e proprio ostracismo per cercare di ottenere il non raggiungimento del quorum e quindi proseguire nella politica restaurativa dell’immobilismo e di assenza di autentica azione azione riformatrice.
Quei referendum che il 12 giugno 2022, a cui anche Compagna affida con il Si una prospettiva di reale cambiamento e che potrebbero segnare una vera svolta, come espressione dei cittadini, nell’avvio di una prospettiva altra che rompa le complicità che da decenni bloccano ogni possibilità di cambiamento…
- Giustizia: crisi profonda. Perché Si ai referendum. Conversazione con Luigi Compagna
(Agenzia Radicale Video)
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