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16/11/24 ore

Grillo: rieccolo, il referendum sull'Euro



C'era d'aspettarselo. Puntuali e ormai scontanti nel loro ondivago agire, dopo 60 giorni di nulla, perse le speranze di sedere da protagonisti a Palazzo Chigi, nello spazio di poche ore, i grillini si riposizionano in modalità vaffa.

 

Lo si era già capito dai toni usati da Luigi Di Maio nel messaggio social a commento dell'intemerata di Matteo Renzi che ha rovinato i piani di Franceschini e compagni. I termini della questione sono apparsi un po' più chiari, poi, con l'intervista che il “candidato premier” ha reso al giornale di riferimento.

 

In sostanza il M5S si proietta a testa bassa nella nuova campagna elettorale, con il ritorno, almeno parziale, alle origini. Il tono “istituzionale e responsabile” è già un ricordo, sostituito dalle prime parole d'ordine di una volta.

 

Si conta, come sempre, sulla provvidenziale scarsa memoria degli italiani. Ma questa volta, per raggiungere il risultato, sarà forse necessaria una totale perdita di coscienza dell'elettorato amico, tale è stata in queste settimane la portata della metamorfosi pur di governare, messa nero su bianco anche con la spudorata storia del programma votato per finta e sostituito con un altro riveduto e corretto.

 

Tanto per gradire, si parte - a quanto pare - con l'Euro. Per l'occasione, il capo-comico in persona si è premurato di inaugurare la revisione della revisione delle posizioni grilline. Intervistato dal mensile francese Putsch, Beppe Grillo ha rispolverato così il vecchio caro referendum sulla moneta unica.

 

In particolare, ha detto: "Tutti i trattati firmati erano giusti ma sono stati deformati dai regolamenti. Se siamo un'unione di paesi, dovremmo condividere. Perchè ci sono due economie ... quella del Nord e del Sud. E noi italiani siamo nel sud. Ho quindi proposto un referendum per l'area dell'euro. Voglio che gli italiani si esprimano. Le persone sono d'accordo? Esiste un piano B? Dovremmo lasciare l'Europa o no?" (red.)

 

 


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