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16/11/24 ore

Italiani all’estero, un asset bistrattato che non interessa ai partiti


  • Anna Mahjar-Barducci

Il 4 Marzo si andrà alle urne, ma i partiti italiani si dimenticano degli italiani all'estero. L'unica circoscrizione di cui viene tenuto relativamente conto - al momento delle politiche - è quella delle Americhe. Coloro che vivono nella circoscrizione Asia, Africa, Oceania sono invece completamente abbandonati.

 

I partiti italiani non sono riusciti a costruire una rete di circoli e di contatti diretti con gli italiani all'estero che permettano anche agli espatriati di fare parte del processo politico italiano. Non solo, ma un emendamento è stato recentemente introdotto nella legge elettorale, che permette a candidati residenti in Italia di presentarsi anche all'estero. Pertanto, con questo emandamento i partiti italiani hanno ribadito il loro disiteresse per l'inclusione politica degli espatriati.

 

Il disiteresse per gli italiani all'estero non è limitata solo al voto. Il caso più palese è quello degli italiani in Venezuela. In un'intervista pubblicata da Adnkronos (11/08/1017), Carlo Villino, presidente del Centro Italiano-Venezuelano di Caracas, aveva raccontato della crisi umanitaria in cui vivono i nostri connazionali, a causa della mancanza di cibo, di medicinali e di sicurezza. Aveva poi sottolineato come il suo centro, anche in questo momento di crisi, stia continuando a difendere il patrimonio italiano in Venezuela. "Abbiamo fatto tutto da soli, l'Italia non ci ha messo una lira, abbiamo lavorato tanto per tutto questo e non possiamo lasciare tutto," aveva ribadito.

 

Nonostante la grave situazione umanitaria, le nostre istituzioni hanno deciso di lasciare senza aiuto gli italiani del Venezuela. Ricardo Merlo, presidente del MAIE (Movimento associative italiani all'estero), aveva raccontato nel 2016: "Ancora ieri abbiamo avuto notizia dal presidente del Comites di una signora italiana anziana intossicata per aver mangiato 'rifiuti'! Da tempo non ha soldi per comprare cibo e come tanti altri disperati raccoglie dalla spazzatura quello che può. Ma non ha neanche i soldi per pagare un medico… Come possiamo tollerare tutto questo? Dov’è il governo italiano?".

 

È comuque una realtà che l'Italia stia diventando nuovamente un paese di emigranti. Purtroppo, oltre all'abbandono delle istituzioni, è anche sempre più diffusa l'impressione che gli italiani all'estero non producano alcuna ricchezza per l'Italia.

 

In realtà, è ora di cambiare questa percezione e considerare gli italiani residenti all'estero come un vero asset per il nostro paese.

 

Gli italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sono 5 milioni. Il sito specializzato per i residenti all'estero "Italia Chiama Italia" informa però che gli italiani nel mondo, "oriundi compresi", sono circa 75 milioni, molto di più degli italiani nel territorio nazionale. Un numero che dimostra che l'Italia ha a disposizione un'incredibile capitale umano.

 

Eppure questo asset viene bistrattato e abbandonato a se stesso, dimenticando la ricchezza che rappresenta per l'Italia. Nessuno pensa che il ristoratore, che apre una pizzeria italiana a New York o a Tirana, è un promotore di cultura italiana all'estero ed eventualmente anche di turismo per l'Italia. L'impredientore romano che vende ravioli freschi nel centro di Gerusalemme è anche lui un ambasciatore de facto dell'Italia. Una buona pizza o una buona gelateria promuovono molto di più la cultura italiana di un qualsiasi Istituto italiano all'estero, organo periferico del Ministero degli Affari Esteri.

 

Se l'Italia è considerata in tutto il mondo sinonimo di eccellenza è anche grazie agli italiani all'estero che lavorano, producono, creano e costruiscono un'immagine positiva del nostro paese ovunque vadano.

 

Se incoraggiata, come fanno altri paesi con i loro espatriati, questa forza italiana all'estero potrebbe apportare ancora più ricchezza, attraverso la promozione di inizitive culturali nei paesi in cui ognuno di noi risiede.

 

Il momento delle elezioni dovrebbe rappresentare un riconoscimento del fatto che gli italiani all'estero sono parte integrante dell'Italia. Il candidato eletto all'estero non deve essere il deputato degli italiani all'estero solo per rappresentare i loro interessi, ma un ponte fra l'Italia e gli espatriati per poter contribuire insieme alla crescita del nostro Paese. Ad oggi, i partiti italiani però non hanno nemmeno comunicato chi saranno i candidati in tutte le circoscrizioni.

 

 


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