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16/11/24 ore

Ius soli, a elettor piacendo



Magari sostenessero fino alla fine il cosiddetto Ius soli. Il centro destra lo spera vivamente. Ne avrebbe su che cavalcare. Paolo Romani di Forza Italia (ma non solo lui) lo ha ribadito anche alla festa di Atreju: “ci faranno una cortesia, sarà la rivoluzione”.

 

Tolta l'enfasi, le parole del berlusconiano della prima ora inquadrano i termini della questione e spiegano la mossa di Alfano di ritirate l'appoggio alla legge in discussione in Parlamento: perché «una cosa giusta fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata. Può diventare un favore alla Lega». Quindi il caso è chiuso – come hanno ribadito il ministro Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi di Ap. Se ne riparlerà nella prossima Legislatura a elettor piacendo.

 

Già, perché il problema è tutto qui: elettorale. La truppa del ministro degli esteri è in bilico, trovandosi nella posizione non proprio inviabile di utili sgraditi a tutti. Non deve meravigliare quindi questo approccio pragmatico. C'è da salvare l'osso del collo, nella consapevolezza che il già esiguo seguito popolare è potenzialmente sensibile alle sirene di destra.

 

Perché quindi biasimarli. Seguire gli umori delle piazze è il minimo che ci si possa attendere. E non solo da Alfano. Ipocrisie a parte, la logica più che mai elettoralistica segnerà infatti l'ultimo scorcio di Legislatura e toccherà tutti i temi in agenda e riguarderà un po' tutto l'arco costituzionale, per dirla come una volta.

 

Le mosse dei diversi partiti saranno quindi più che mai à la carte, sondaggi alla mano, evitando di fare cose magari anche giuste per il paese, ma sbagliate per loro.

In proposito Mattia Feltri, nella sua quotidiana rubrica su 'La Stampa', ha ricordato “un concetto forse fuori dalla portata di questi tempi farfalloni, ma abbastanza basilare in democrazia: una legge andrebbe votata se la si ritiene necessaria, e non votata se la si ritiene dannosa, al Paese però, non al consenso, e senza curarsi di che pensino gli italiani. Poi gli italiani decidono alle elezioni, e chiusa lì”.

 

Roba da “statista”, che “tra un idea e una poltrona, sceglie un'idea”. Non proprio ciò che si può pretendere da Angelino Alfano. (A.M.)

 

 


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