Peppone e Don Camillo? Non proprio. L’uno, Luigi De Magistris, è un ex magistrato di dubbio successo che si è buttato in politica cavalcando l'antipolitica; l’altro, Crescenzio Sepe, è una testa porporata che nulla c’entra con i preti di periferia, che comunque a un certo punto, lo si condivida o meno, esercita il suo ministero fra religione e politica. Cosa che è avvenuta puntualmente nel corso dell’omelia domenicale a proposito dell’idea del sindaco di Napoli di sperimentare un quartiere a luci rosse.
Come è ovvio al cardinale non è piaciuta la Napoli sperimentale prospettata dal sindaco e non ha mancato di manifestarlo intervenendo abbastanza duramente su un tema “a effetto per occupare spazi nei giornali e nelle televisioni". "Capisco - ha detto Sepe - che non essendoci idee e proposte concrete rispetto ad argomenti seri e di interesse generale, si ricorre a temi a effetto come è avvenuto con l'ipotesi di realizzare case a luci rosse e un parco dell'amore".
Sepe si è domandato retoricamente se sia “questo il principale e ultimo problema da risolvere a Napoli. O forse si vuole offrire un diversivo e una distrazione alle migliaia di giovani che non vedono alcuno spazio e che sono costretti a considerare il lavoro un miraggio".
Il cardinale le ha chiamate “frivolezze” a cui “non ci si può lasciare andare”, precisando che le ipotesi prospettate "sembra vogliano offrire all'altrui immaginazione una Napoli surreale in cui, soddisfatta ogni preoccupazione, si possono affrontare questioni come il registro delle coppie di fatto, il testamento biologico e ora la prostituzione".
Un vero è proprio intervento politico quello del Cardinale, che ha provocato l’immediata reazione di de Magistris. Il sindaco di Napoli si è detto "ferito e dispiaciuto per l'attacco politico verso l'amministrazione, un vero e proprio affondo, mentre mi aspettavo una discussione sul tema". “Lei Cardinale – scrive de Magistris - dice che l'amministrazione vuole tornare alle case chiuse? Giammai Cardinale! Ma dove lo ha letto?".
Poi la stoccata, in riferimento all'inchiesta di Perugia che ha coinvolto Sepe, indagato, quando era al vertice della Congregazione Propaganda Fide, tra il 2001 e il 2006: "Lei che si è occupato di ben altre case quando era a Roma, sa bene che noi vogliamo case aperte, trasparenti".
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