L’interruzione anticipata (Grillo adiuvante) della Legislatura testé iniziata potrebbe riservare una sgradita sorpresa ai cittadini e cioè che il finanziamento ai partiti risulti raddoppiato.
Nella lunga storia del finanziamento pubblico infatti a un certo punto si era arrivati a stabilire un importo complessivo per tutta la legislatura, da corrispondere in cinque rate annuali, con la clausola che in caso di scioglimento anticipato delle camere l’erogazione veniva sospesa.
Ma poi, con la legge 26. febbraio 2006, n. 51 venne stabilito che l’erogazione è dovuta per tutti i cinque anni della legislatura indipendentemente dalla sua durata effettiva. Sembra quindi che se ne debba dedurre che, anche se legislatura presente dovesse durare dal 24 febbraio al 17 maggio (cioè ottanta giorni) perché il nuovo Presidente della Repubblica, appena entrato nell’esercizio delle funzioni, dovesse disporre subito lo scioglimento delle camere, il finanziamento sarebbe dovuto nella sua totalità e dal giorno dopo spetterebbe un altro finanziamento (un miliardo di euro, circa, al posto di cinquecento milioni, circa).
E non vogliamo commettere peccato di cattivi pensieri.
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