“Io sto per il trittico indissolubile 'Amnistia, Diritto, Legalità' per tutti e non per i carcerati. I carcerati lottano, soffrono, vivono per tutti gli altri, voialtri, noialtri”. Così, con un messaggio affidato al cinguettio di Twitter, Marco Pannella spiega ancora una volta a Roberto Saviano e all'Italia intera le motivazioni che lo hanno condotto al settimo giorno di sciopero totale della fame e della sete.
Disidratato, con dieci chili in meno e a serio rischio di una pericolosa compromissione della funzionalità renale e di quella cardio-circolatoria, l'83enne leader radicale continua a ribadire la sua volontà di andare avanti nell' iniziativa nonviolenta per “ottenere che lo Stato Italiano interrompa la flagranza tecnicamente criminale in termini di diritto internazionale e della 'ex' Costituzione italiana”.
Un obiettivo - ha spiegato Pannella in collegamento con Radio Radicale dalla clinica Nostra Signora della Mercede, dove è ricoverato – che potrebbe formalizzarsi in termini elettorali come successe alle elezioni di 36 anni fa: “ I nostri sono gli stessi motivi di fondo che nel 1976 indussero un elenco illustre, senza precedenti, ad aderire all'appello che riuscimmo a pubblicare a pagamento sulle pagine de 'La Repubblica 'e che, provocando alcune tribune politiche di riparazione prima del voto, permise agli italiani di giudicare per la prima volta le nostre ragioni e battaglie".
Ciò che serve con urgenza, spiega Pannella, è perciò un elenco di personalità pronte a candidarsi nella lista radicali nell'attesa che dalle istituzioni giungano segnali concreti.
Intanto la ministra della Giustizia, Paola Severino, si è recata alla clinica romana per visitare Pannella ma, visto l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, il medico che ha in cura il leader radicale ha sconsigliato l'incontro. La Guardasigilli ha comunque consegnato alla deputata radicale Rita Bernardini una lettera personale per Pannella in cui “dice che farà di tutto per far approvare il ddl sulle misure alternative al carcere”.
“Ma – spiega la stessa Bernardini – credo che al ministero della Giustizia servirebbe qualcuno che sappia far di conto”: il testo in esame “riguarda infatti lo 0.3% dei detenuti, 254 persone. Di che stiamo parlando? Se ci vogliamo prendere in giro...Io la lettera a Pannella gliel'ho letta e mi sono sentita umiliata”.
E se il governo non sembra in grado di (re)agire di fronte all'ostinato e coraggioso atto politico di un uomo che da più di 50 anni cavalca l'onda della nonviolenza per la conquista di quei basilari diritti civili e umani che uno Stato democratico dovrebbe garantire, il popolo del web continua imperterrito ad esprimere solidarietà e rispetto per l'ennesima battaglia radicale di un anziano uomo che si lascia morire di fame e di sete in nome di un qualcosa che, nell'Italia del 2012, assomiglia sempre più ad un'utopia: la legalità. (F.U.)
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