Il nome ricorre sempre in quota rosa quando si ipotizza la nomina di una donna ai vertici delle istituzioni più importanti. È quello di Anna Finocchiaro, immancabile, quindi, anche fra le papabili al Quirinale, nel toto-presidente che impazza in questi giorni fra retroscena giornalistici e sondaggi più o meno qualificati.
La cosa in vero un po’ stupisce, anche perché, a memoria d’uomo, si fatica a ricordare eventi così mirabili nella vita politica della senatrice da meritare tanto onore.
Siciliana, classe 1955, Finocchiaro è stata sostituto procuratore a Catania. Ma ben presto, e nelle migliori tradizioni del Belpaese, da giovane magistrato ha fatto il salto in politica nel 1987 come deputato del Partito Comunista Italiano. Da qui l’inizio di una lunga trafila nelle varie declinazioni del più grande partito della sinistra italiana.
Di rilevante, può vantare al suo attivo il ruolo di Ministro delle Pari opportunità nel Governo Prodi, che non ha lasciato tante tracce, e la carica di capogruppo al Senato nel Partito democratico.
Per il resto, si è distinta come responsabile settore giustizia del Pd col bollino dell'antimafia e una presenza assidua, quasi fissa, al talk show di Giovanni Floris, Ballarò. Quello della Polverini, per intenderci.