Obama ha deciso di riconoscere formalmente la Coalizione nazionale siriana come interlocutore privilegiato nel sanguinoso conflitto che da marzo 2011 ha causato 40.000 vittime nello scontro tra ribelli e l'esercito regolare del regime: "A questo punto - ha dichiarato il Presidente USA - abbiamo una coalizione abbastanza organizzata, realmente rappresentativa del popolo siriano. Ovviamente questo comporta una assunzione di responsabilità da parte della Coalizione".
Anche se in ritardo di un mese rispetto all'apertura di altri Paesi (come Francia, Gran Bretagna, Turchia e altri paesi del Golfo) nei confronti della Coalizione, la manovra americana sarebbe volta ad una precisa strategia politica che mira ad avere degli interlocutori credibili sul piano internazionale tra le forze di opposizione, spingendo quest'ultima a formare una rappresentanza politica, presupposto essenziale per un governo post-regime.
Obama avrebbe inoltre il timore di una svolta fondamentalista della rivoluzione. Sembrerebbe infatti che all'interno dell'esercito irregolare vi siano gruppi estremisti, come al- Nusra, mossi da un sentimento anti-americano, vicino alle forze fondamentaliste di Al-Queda: "Non siamo d'accordo con tutti coloro che combattono sul campo contro Assad" ha infatti riferito Obama.
Oltre cento delegazioni internazionali si sono riunite quindi oggi in Marocco, nella città di Marrakesh, per trovare soluzioni democratiche al conflitto intestino che sta dilaniando da quasi due anni la Siria, sotto la comune denominazione di "Amici del popolo siriano".
Nella riunione è stato ribadito che qualunque utilizzo di armi biologiche o chimiche da parte dell'esercito siriano, nella guerra, determinerebbe una risposta internazionale. Riad Seif, leader e portavoce della Coalizione nazionale siriana ha dichiarato: "Tutte le indicazioni dai campi (di battaglia) indicano la fine del regime di Bashar al Asssad. Ci aspettiamo che quest'incontro permetta di riconoscere ufficialmente la Coalizione come unico rappresentante del popolo siriano - ha continuato - non chiediamo alla comunità internazionale un intervento militare ma una copertura anti-aerea (punto di forza dell'esercito, ndr). Se riuscissimo ad ottenere questo sostegno, saremmo sicuri di chiudere il conflitto nel giro di poche settimane".
Nonostanta la presa di una importante base militare nei pressi della città di Aleppo strappata ai lealisti, osservatori internazionali riferiscono infatti che la forza di fuoco dell'esercito è superiore a quella dei ribelli. Obama in primis e la comunità internazionale a seguire hanno però rifiutato l'invio di mezzi militari o copertura aerea, evidenziando il pericolo di una involuzione fondamentalista della rivoluzione.
Questa decisione, di fatto, potrebbe accentuare il sentimento anti-americano già presente tra i ribelli che accusano l'Occidente e l'America in particolare di stare a guardare la carneficina di una guerra civile senza intervenire. Da parte sua la Russia ha fatto sapere di non essere d'accordo con la posizione americana: " Evidentemente gli USA hanno deciso di puntare tutto sulla vittoria armata della coalizione" ha dichiarato sardonico il Ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov.
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