Nel giudizio di alcuni analisti il Terzo Plenum del Partito Comunista Cinese si è rivelato deludente. “Emergono formule vaghe sullo "sviluppo di alta qualità per costruire un paese socialista moderno… Chi si aspettava grandi annunci è rimasto deluso - scrive su Huffpost Marco Lupis -.
“…L’appuntamento più importante nell’agenda politica, economica e militare della Cina - prosegue il giornalista e scrittore -, evidenziano una ricetta modesta per una ripartenza “lenta” del gigante cinese, chiara indicazione che il Partito Comunista si prepara ad affrontare giorni difficili e non si fa troppe illusioni sulla possibilità di un rilancio immediato e mirabolante. La crisi morde, e di questo hanno dimostrato di essere ben consci sia il leader supremo Xi Jinping sia gli alti papaveri del Partito…”.
Dunque i temi della crescita deludente, della disoccupazione giovanile, della denatalità, della crisi di fiducia, della crisi del settore immobiliare, dei debiti governativi locali sono stati accantonati? Il lungo comunicato al termine di questo “conclave” (un testo che non va ritenuto conclusivo) segnerebbe una prospettiva senza illusioni di rilancio.
Francesco Sisci, giornalista, analista politico, sinologo, per molti anni senior researcher presso l’Istituto di studi europei nell’Università del popolo della Cina a Pechino e profondo conoscitore dei caratteri politico culturali cinesi, legge in questo appuntamento e da quello che viene fornito attraverso il comunicato, un progetto in divenire da parte dei vertici del Partito Comunista Cinese e del suo leader assoluto Xi Jinping; qualcosa che segnala viceversa un profondo mutamento da quella che è stata la strategia degli ultimi decenni.
Un progetto culturale, molto cinese, lontani dalla azione del modello di Deng Xiaoping, che intende restituire alla Cina un recupero delle sue tradizioni culturali, una sorta di chiusura della stagione di inseguimento del libero mercato e un richiamo a quella filosofia che fa riemergere quella cultura del legismo (si pensi a filosofo come Mozi, pensatore cinese, vissuto a cavallo tra il 470 a.C. circa – 391 a.C. circa e Hanfeizi, filosofo, prosatore ed anche il massimo rappresentante della Scuola legista).
Un recupero di una burocratizzazione che interrompa la penetrazione del libero mercato nella struttura sociale della Cina. Un appello a una prosperità comune, che non va letta nella visione di un rigurgito di “lotta di classe” di tradizione marxista.
Il legismo - si legge sull’enciclopedia libera Wikipedia - che sosteneva sosteneva che la natura umana è incorreggibilmente egoista e che l'unico modo di mantenere l'ordine sociale era l'imposizione di leggi dall'alto, applicate con severità. I legisti esaltavano il potere dello stato, e si concentravano più sulla prosperità e sulla forza militare dello stato che non sul benessere dei sudditi. Propugnavano un metodo di governo di tipo autocratico, basato su un sistema legale chiaro e pubblico (法, fǎ, "legge"), su stratagemmi politici volti a ottenere l'obbedienza dei sudditi (術, shù, "arte", "metodo") e sulla autorità ferrea di colui che è a capo dello Stato (勢 shì, “potere").
Insomma una prospettiva molto dentro alla cultura cinese e, come dice Sisci, che presuppone un modello che intende contrapporsi a quello occidentale alle sue dinamiche di libero mercato che il partito cinese non intenderebbe più inseguire secondo la indicazione di Deng.
Cosa farà l’Occidente, la cultura del diritto, della libertà economica, con tutte le sue contraddittorietà e ambiguità? Crederà nei suoi valori e si relazionerà con una Cina che in prospettiva vuole confrontarsi sui suoi nuovi parametri.
Ma viene spontaneo chiedersi, cosa farà Pechino nella ricerca di soluzione della sua esigenza di crescita e di commerci, che si devono confrontare con un surplus produttivo, un mercato interno molto debole? Rivisiterà le sue esigenze di espansione commerciale pacifica o spingerà per una espansione che certamente pacifica non appare.
Di tutto questo e dei possibili sviluppi che per ora non sono chiari discute lo stesso Francesco Sisci con il direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale Giuseppe Rippa nella conversazione che segue su Agenzia Radicale Video…
- Cina. Terzo Plenum Partito Comunista: Xi dice addio al libero mercato. Conversazione Sisci - Rippa (Agenzia Radicale Video)
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