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17/11/24 ore

2024: dove va la Cina? conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



L’agenda politica internazionale è focalizzata su quello che sta accadendo in Medio Oriente, con il progrom del 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas nel sud di Israele, sul successivo ingresso delle truppe israeliane nel nord di Gaza, sui drammatici sviluppi che questa azione  sta avendo sulla popolazione palestinese di quei territori dopo tre mesi dall’inizio di questi eventi. 

 

Sullo sfondo la guerra scatenata dalla Russia con l’invasione il 24 febbraio 2022 delle Forze Armate della Federazione Russa in Ucraina. Aggressione che continua a generare migliaia di morti  e che non trova ancora nessuna soluzione diplomatica per la superamento di questo drammatico conflitto.

 

Eppure la mappa del mondo contiene in prospettiva ulteriori sviluppi, che rischiano di rivelarsi sempre più drammatici e che fanno di questo 2024 un anno che potrebbe segnare una crisi sempre più acuta nello scenario internazionale.

 

A questo si aggiunge un elemento di turbolenza che potrebbe essere determinante, considerando le numerose elezioni che che sono in programma in quest’anno: Presidenziali americane, voto per il Parlamento europeo, voto in Russia (sui cui caratteri di praticabilità democratica esistono seri dubbi), voto in India e moltissimi altri appuntamenti che incideranno in modo forse decisivo sugli atteggiamenti dei vari attori in campo

 

Lo sfondo resta quello di un contrapposizione tra le due potenze in campo (Stati Uniti e Cina) che segna una implicazione decisiva nello scacchiere internazionale, esposto alla assenza di un ordine mondiale che - nel bene e nel male - segnava le tappe di confronti e scontri tra paesi e popoli nel mondo.

 

Merita una particolare attenzione quello che accade in Cina. “Potrebbe essere in atto un cambiamento sostanziale nell’approccio della Cina agli affari esteri, anche se non è ancora chiaro dove porterà” - dice il sinologo Francesco Sisci in un suo articolo su Formiche.

 

Nel giro di poche ore, il presidente Xi Jinping ha promosso un nuovo ministro della Difesa, Dong Jun, ha licenziato nove alti generali e ha tracciato un nuovo percorso per la politica estera. Xi ha promesso di “cogliere le opportunità strategiche e migliorare ulteriormente l’influenza, l’attrattiva e il potere internazionale” della Cina per plasmare un mondo in rapida evoluzione, rafforzando il controllo del Partito Comunista sugli affari esteri e rimanendo fermo contro il bullismo e l’egemonismo dell’Occidente”.

 

É noto che le cose cinesi sono molto spesso opache e di non facile interpretazione… Eppure interrogarsi su cosa accede in Cina è determinante per poi provare a capire cosa succede o potrebbe succedere nel mondo. Comprendere se siamo di fronte ai segni di un inizio di una svolta e quali riflessi potrebbero avere questi cambiamenti nel pianeta è fondamentale. 

 

Tradizionalmente, nel sistema cinese, i militari sono i principali responsabili dell’analisi della politica estera, mentre i diplomatici si occupano della sua attuazione - scrive Sisci - . Xi è riuscito a realizzare questi significativi cambiamenti di personale e di direzione senza un’apparente opposizione all’interno del partito e senza ricorrere a un plenum del Comitato centrale. Un plenum di solito garantisce che l’intero partito sia allineato con i cambiamenti significativi. L’assenza di un plenum potrebbe indicare la ferma presa di Xi sulle politiche cruciali

 

Di questi temi appunto con il professor Francesco Sisci, giornalista (già professore all’Istituto di Studi europei presso l’Università del Popolo di Cina a Pechino), discute Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, nella conversazione audiovideo che segue… in Agenzia Radicale Video 

 


- 2024: dove va la Cina? conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


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