Se la visita del presidente francese Emmanuel Macron e le sue dichiarazioni, secondo le quali la Francia e l’Europa rischiano di essere un "vassallo" degli Usa, hanno suscitato reazioni decisamente polemiche da parte di molti rappresentanti politici e istituzionali europei, quello che emerge è che costruire una propria legittima autonomia di difesa, sia pure nel contesto di una alleanza occidentale, resta una mera espressione verbale se non esistono progetti di investimenti di difesa che siano visibili all’orizzonte da parte della Unione Europea.
L'UE di fatto ha delegato agli Stati Uniti le spese della sua difesa, della sua struttura di intelligence e proprio questo non può non fare avvertire quanto questa accelerazione del presidente francese, senza atti politici concreti, contenga paradossalmente un rischio per la Francia, per l’Europa, e forse anche per la stessa Cina.
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha definito "infelice" il commento di Macron. Per il presidente del Ppe, il tedesco Mafred Weber - riportano le agenzie di stampa - “le dichiarazioni di Macron hanno diviso l'Occidente e rafforzato i nostri concorrenti autocratici". "È stata una falsa partenza per un dibattito invece urgente sulle relazioni dell'Europa con la Cina", ha aggiunto Weber, informando che "abbiamo chiesto un dibattito in plenaria la prossima settimana per valutare i danni e trovare un modo più costruttivo di procedere".
Su questa vicenda il commento da Pechino di Francesco Sisci, ricercatore senior presso l’istituto di studi europei nell’Università del popolo di Cina, nella sua conversazione con il direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale Giuseppe Rippa, contribuisce a spiegare perché potrebbero incrinare l'unità europea e il fronte transatlantico, necessario nel più ampio contesto di un ampio confronto con Pechino, ma anche mettere in difficoltà la stessa Cina che si trova a dover costruire un confronto con interlocutori che si ritrovano ricompattati da una reazione anti-cinese.
Nella conversazione poi Sisci ha messo in luce la questione dello strisciante scontro tra la stessa Cina e l’India, che continuano a fronteggiarsi sul lungo confine (circa 3.700 chilometri) con micro-conflitti che appaiono tutt’altro che rassicuranti e che potrebbero esplodere in modo grave per un marginale incidente. Esercitazioni militari recenti, principalmente aeree, tra Usa e India producono irritazioni da parte di Pechino che vede compromessala sua visione sinocentrica dell’Asia…
- Macron da Xi Jinping e poi Cina vs India. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa
(Agenzia Radicale Video)
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