Il 29 dicembre 2022 si è insediato il nuovo governo di Benjamin Netanyahu, il sesto a guida del leader del Likud che con brevi interruzioni guida Israele da 12 anni. Il nuovo esecutivo di coalizione tra il Likud e vari partiti ortodossi e quello della destra più estrema si Sionismo religioso guidato da Itamar Ben-Gvir.
A poco più di due settimane non è possibile esprimere giudizi sul nuovo esecutivo che nasce dopo la quinta lezione in tre anni e mezzo. Si può per ora prendere atto delle dichiarazioni che il premier ha fatto alla presentazione dell’esecutivo alla Knesset.
Gli obiettivi che lo stesso ha posto come prioritari sono tre e quello che ha descritto come prioritario è il contrasto per neutralizzare gli sforzi dell’Iran per sviluppare un arsenale di bombe nucleari.
Gli altri due punti - come riporta l’agenzia euronews - vertono sullo sviluppo di infrastrutture nazionali, fra cui una ferrovia fra la Galilea ed Eilat per treni molto veloci e l'estensione degli accordi di Abramo con i Paesi arabi per mettere fine al conflitto nella Regione.
Tra gli altri obiettivi - sottolinea ancora euronews - figura anche il rafforzamento dell'identità ebraica, la lotta alla criminalità nella comunità araba, l'incoraggiamento all'uso dei trasporti pubblici, aumenti salariali per i soldati insieme al congelamento dei prezzi di elettricità, acqua e tasse comunali.
Per fornire una prima interpretazione sui molteplici e complessi punti su cui è chiamato il governo Netanyahu, dopo le lunghe trattative con i partiti che con il Likud formano la maggioranza di 64 voti su 120 della Knesset, Agenzia Radicale ne parla con il prof. Andrea Yaakov Lattes docente presso il Yaad Academic College di Terl Aviv.
- Israele: dove va il nuovo governo Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes
(Agenzia Radicale Video)
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