Quella tra Hamas e Israele è una tregua che è realizzata in un equilibrio precario. Dopo 11 giorni le pressioni internazionali, in ultimo soprattutto dal presidente americano Biden, hanno spinto ad accettare la mediazione egiziana. Quali sono le prossime mosse non è chiaro, soprattuto considerando che alcuni fatti emergono in modo evidente: Hamas si proclama il vincitore di questa guerra, Netanyahu afferma che l’obiettivo di mettere in ginocchio il gruppo armato di Hamas è stato raggiunto.
Non si capisce in quale prospettiva considerando che in ogni caso Hamas, nello scontro interno ai palestinesi ha preso l’egemonia e la comunità internazionale sembra, inquietantemente, dare al gruppo terroristico la funzione di unico interlocutore, così come lo stesso gruppo cercava.
Questo al di là della “reinvenzione” che si cerca di fare del presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen in Cisgiordania, oramai del tutto privo di significanza politica, provando con questo a inventare una rappresentanza che è del tutto evanescente… E poi Iran, lo stato “amico” del gruppo terroristico, la Turchia, il Qatar che sembrano ottenere gli scopi terribili che si propongono…
Sulla tregua e sulle prospettive future in quell’area discutono Anna Mahjar-Barducci e Giuseppe Rippa.
(Agenzia Radicale Video)
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