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16/11/24 ore

Gerusalemme, quella voglia di intifada che non c'è



L'idea che ci veniva trasmessa dai media, all'indomani dell'annuncio di Trump sul trasferimento dell'ambasciata americana in Israele (idea lanciata dal presidente Clinton più di venti anni fa), era più o meno di una città messa a ferro e fuoco dalla protesta della popolazione araba residente in Israele.

 

Ma vissuta dall'interno, la situazione della città Santa per le tre religioni monoteiste appare tuttora se non tranquilla, sicuramente non in guerra civile.

 

La stessa tv Al Jazeera nei collegamenti in diretta ha dovuto integrare la corrispondenza con immagini di protesta in altre città arabe, perché alle spalle degli inviati non accadeva ciò che si voleva forse rappresentare in termini di manifestazioni anti-americane. Si può ben dire che nei fatti la gente non ha voglia di una terza intifada.

 

Anzi, molti palestinesi preferiscono lo status attuale, che in Israele garantisce anche un'assicurazione sanitaria, piuttosto che finire sotto un governo di Hamas che considerano corrotto.

 

Ne parla Anna Mahjar Barducci da Gerusalemme, conversando con Geppi Rippa.

 


 

- Gerusalemme, quella voglia di intifada che non c'è (Agenzia Radicale interviste)

 

 


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