Il governo della Corea del Sud sta prendendo in considerazione la ripresa delle esecuzioni capitali nel tentativo di contrastare, in particolare, l'aumento degli omicidi di primo grado e degli stupri contro minori. Un alto funzionario governativo ha detto ai giornalisti che l’esecutivo ha bisogno di consenso sociale sull'opportunità di riprendere le esecuzioni, indicando che le autorità seguiranno l’opinione pubblica nel prendere una decisione.
"Non è una questione che il governo può risolvere da solo. E’ un tema di interesse pubblico", ha detto un funzionario del Cheong Wa Dae (l’Ufficio del Presidente sudcoreano), dietro condizione di anonimato. "Prima si dovrebbero svolgere discussioni sull’efficacia deterrente delle esecuzioni capitali. Ci dovrebbe essere un consenso sociale per riprendere le esecuzioni.”
Diversi commentatori sostengono che il Paese potrebbe riprendere le esecuzioni, considerata la rabbia dell’opinione pubblica per una serie di omicidi di donne e bambini nelle ultime settimane. Recenti sondaggi on-line mostrano che più del 60% dei sudcoreani vuole la ripresa delle esecuzioni.
Le ultime esecuzioni praticate nella Corea del Sud risalgono al 1997. Attualmente sono 60 i prigionieri nel braccio della morte sudcoreano. Gruppi per i diritti dei minori e delle donne hanno lanciato campagne pubbliche per chiedere la ripresa delle esecuzioni. Decine di attiviste hanno tenuto il 2 settembre una manifestazione a Myeong-dong, nel centro di Seoul, criticando il governo per l’uso di denaro dei contribuenti per l'alimentazione e la protezione di stupratori di bambini e assassini. (fonte Nessuno tocchi Caino)
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