Le ragazze terribili anti-Putin rischiano una condanna a tre anni di carcere. Questa è infatti la pena richiesta del procuratore russo per le Pussy Riot, colpevoli di aver intonato sull’altare della cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore nello scorso febbraio una canzoncina contro il nuovo zar di tutte le russie.
Paradossalmente la punizione richiesta è inferiore alle attese, se si considera che le nuove leggi contro il dissenso prevedono pene fino a sette anni di galera. C’è da dire che il gruppetto punk è da marzo in carcerazione preventiva che non verrà considerata nel calcolo della pena eventualmente inflitta.
Intanto, ma mano che la vicenda si tinge d’assurdo, la popolarità anche a livello internazionale delle Pussy Riot cresce. Come cresce lo scontro con la chiesa ortodossa che si è posta in prima fila a favore della condanna di Nadia Tolokonnikova (22 anni), Maria Aljokhina(24) e Ekaterina Samukevitch (29), a titolo di punizione esemplare e di "lezione per i giovani di oggi privi di ogni valore e rispetto".
Il verdetto, salvo intervento di clemenza dello Zar Putin, preoccupato per l’effetto boomerang che potrebbe comportare, è previsto per la fine della settimana.
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