Contro ogni previsione, la Svizzera dice sì ad un'iniziativa che pone un limite all'immigrazione degli stranieri. Il 50,3% dei cittadini elvetici ha infatti votato a favore di una norma contro “l'immigrazione di massa” che reintroduca tetti massimi e contingenti al libero accesso di nuovi residenti, lavoratori frontalieri e richiedenti asilo politico.
I risultati del referendum, promosso dal partito di centrodestra ed antieuropeista 'Unione democratica di Centro', pur non avendo conseguenze immediate nella politica migratoria della Confederazione, hanno comunque risvolti molto gravi: il governo svizzero dovrà infatti impegnarsi a rinegoziare l’accordo tra la confederazione e l’Unione Europea – di cui la Svizzera non fa parte - sulla libera circolazione delle persone.
Quest'ultimo, entrato in vigore nel 2007, garantiva uguali diritti ai cittadini europei e a quelli svizzeri nel mercato del lavoro: uno degli obiettivi dei promotori dell'iniziativa è appunto che al momento di nuove assunzioni nei luoghi di lavoro sia data la precedenza ai cittadini elvetici; solo in caso di non disponibilità di questi, allora potrebbero essere accettati stranieri.
Il tutto “in funzione degli interessi globali dell‘economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri”, nonostante il tasso di disoccupazione nel Paese non sfiori neanche il 4%. Il più importante contributo all'esito della votazione è stato quello dei cantoni di lingua tedesca e italiana: mentre nelle regioni francofone ha infatti prevalso il no, il Ticino ha registrato la più alta percentuale di sì (68,17%), nonostante il voto comprometta particolarmente i cittadini italiani – circa 60mila – che lavorano come pendolari nel Cantone.
Il governo elvetico, che ha tre anni per attuare la proposta approvata dalla (seppur esigua) maggioranza degli elettori, sarà ora costretto ad avviare nuove trattative con l'Ue che, da parte sua, si è dichiarata rammaricata per l'esito del voto. Bruxelles dovrà quindi a sua volta decidere se trovare una nuova intesa solo sulla libera circolazione o se rinegoziare anche gli accordi economici bilaterali in vigore con la Svizzera.
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