Ora tocca anche a Gandhi finire al centro dei rumors e dei gossip di mezzo mondo, soprattutto quello anglofono. La recente mossa del governo indiano, infatti, disposto a sborsare 700mila sterline (60milioni di rupie) per l’acquisto dell’archivio della corrispondenza privata del Mahatma dalla famiglia Kallenbach, cui l’archivio apparteneva, concludendo con questa – secondo quanto afferma la Bbc – un affare privato, ha destato la curiosità dei più.
La famosa casa d’aste Sotheby’s, intenzionata a vendere il “cartame” in un’asta in programma per il 10 luglio scorso si è vista quindi soffiare l’affare sotto il naso. Intanto è giallo sul contenuto delle lettere e sul motivo dell’acquisto. L’archivio apparteneva a Hermann Kallenbach, stretto amico di Gandhi ai tempi in cui questi viveva in Sud Africa.
A un anno dall’uscita della controversa biografia su Gandhi firmata dal premio Pulitzer Joseph Lelyveld, in cui già si alludeva ad un “rapporto molto intimo” tra i due pur non riferendosi mai esplicitamente a un’intimità fisica, proprio quelle missive tanto contese potrebbero contenere la conferma delle suddette affermazioni.
“Cosa conterranno le carte di Kallenbach?” si chiede il New York Times. “Le lettere sono importanti per studiare il pensiero di Gandhi riguardo diverse questioni”, pare giustificarsi il governo indiano, “riempiranno i gap della nostra collezione”, spiega ancora Sanjiv Mittal all’AFP.
Un funzionario del Ministero della Cultura a Nuova Delhi ha dichiarato a Routers che l’acquisto dell’archivio risponde a “pure esigenze di studio e di ricerca”. Inoltre, stando a quanto afferma il Mail Online, già in passato il governo indiano si era lamentato per via dell’usanza di mettere all’asta i beni personali di una persona che del rifiuto dei beni materiali aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
Con molta probabilità la crescente attenzione dei media riguardo i contenuti del libro potrebbe aver aumentato l’interesse del governo indiano a tenere quei documenti lontani da sguardi indiscreti. Ma la stampa non risparmia alcun dettaglio della corrispondenza ai propri lettori riportando i passaggi più succulenti dell’ipotetico ”affair” senza lesinare su affermazioni amorose, nomignoli e osando talvolta interpretazioni maliziose.
Ma il giallo sulla presunta omosessualità di Gandhi è destinato a rimanere tale dal momento che, secondo la Bbc, la collezione verrà custodita – o sarebbe meglio dire fatta sparire? – nell’Archivio Nazionale di Delhi. D’altro canto non sarebbe la prima volta, secondo il Wall Street Journal, che il governo indiano “acquista documenti ed effetti personali di Gandhi per poi dimostrarti restio a garantire agli studiosi l’accesso a quelle carte che considera delicate”.
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