Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

24/12/24 ore

Legge anticorruzione, di tutta un'erba un "Fatto"


  • Antonio Marulo

Marco Travaglio le ha chiamate “quote marron”: “un poderoso esercito di onorevoli e senatori …con “un tasso di devianza che non trova riscontri nemmeno nelle più degradate periferie metropolitane”. Si tratta in tutto di 100 fra condannati, imputati, indagati o prescritti del Parlamento italiano che “dovrebbero votare norme più severe contro i reati di cui vengono spesso accusati”. Vale a dire la legge anticorruzione che tutti ci chiedono.

 

La penna preferita dalle procure prende spunto dal programma 'Report' di Milena Gabanelli, tirando la volata alla prima puntata, per farne uno dei suoi articoli, corredato da tanto di elenco di nomi e cognomi con status giudiziario come da carichi pendenti. Ci sono i condannati, quelli in attesa di giudizio, gli indagati: tutti insieme, senza distinzione, marchiati per aver commesso il “fatto”.

 

Fra questi, per fare un esempio, figura anche l’onorevole radicale Rita Bernardini, ”condannata nel 2008 a quattro mesi per cessione gratuita di marijuana, pena estinta per indulto”, catalogata nelle 'quote marron' come "deputata Pd", senza tener conto che la pena inflitta fu frutto di un’azione politica di disubbidienza civile nell’ambito della antica battaglia per cambiare una legge proibizionista.

 

La logica seguita nel dare la notizia è chiara: non importa se c’è una sostanziale differenza fra indagati e rinviati a giudizio, fra questi e i condannati; non importa se c’è differenza fra condannato e condannato, fra reato e reato. Ciò che conta è aver avuto a che fare in qualche modo con la giustizia per finire nel tritacarte del giornalista più creduto dagli italiani, secondo un modello d’informazione e di giornalismo ormai noto, grazie al quale la verità, raccontata secondo convenienza non tenendo conto di tutti gli elementi che la compongono, si deforma. E insieme ad essa si deforma la coscienza collettiva, che nel caso di specie segue e insegue, così, i canoni di un giustizialismo ottuso, in altri tempi anche produttore di personaggi come Fiorito: ieri anonimo lanciatore di monetine contro Craxi, oggi notissimo Er Batman di Anagni.


Aggiungi commento