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23/12/24 ore

Arriva Xi Jinping


  • Silvio Pergameno

Nella seconda metà di marzo arriva a Roma Xi Jinping, il Presidente della Repubblica cinese che sta potenziando al massimo la Cina capital-comunista di Deng Xiaoping: da allora, dagli anni settanta la Cina ha compiuto una svolta inimmaginabile (e anche difficile da capire), con il passaggio dall’economia pianificata a quella capitalistica e conservando pure al Partito comunista, comunque, i suoi poteri.

 

Xi Jinping viene per perfezionare gli accordi sugli investimenti cinesi in Italia e molto probabilmente per acquisire l’adesione del governo italiano alla famosa “Via della Seta”, il piano generale di sviluppo delle vie di comunicazione e servizi (con finalità di commercio e di investimenti) di cui tanto si parla e alla quale il “Corriere” ha dedicato ieri un ampio servizio (sentito il sottosegretario allo sviluppo economico Michele Geraci, economista vicino alla Lega, che ha insegnato per dieci anni materie finanziarie in tre università in Cina).

 

La prospettiva cinese ovviamente è molto interessante per l’Europa (e particolarmente per l’Italia), in ragione delle grandi prospettive di crescita economica che offre, in quanto la Cina, attraverso lo sbocco finale in Europa, intende valorizzare un po’ tutto il continente asiatico.

 

La “Via” consiste nella creazione di collegamenti autostradali e ferroviari con destinazione principale l’Europa centrale, ma anche marittimi, cui l’Italia appare direttamente interessata in quanto gli unici terminali per questa via sarebbero i porti di Atene e di Trieste, il quale ultimo, evidentemente rivestirebbe la maggiore importanza proprio perché a due passi dalla Germania.

 

Non mancano le preoccupazioni, perché l’ampliamento dei porti li rende utilizzabili – in un imprecisabile futuro - anche per finalità militari. 

 

Ma la preoccupazione principale nasce dal fatto che quattro paesi hanno già sottoscritto la Via della Seta e cioè Polonia, Ungheria, Portogallo e Grecia e nel Portogallo, come riferisce il Corriere, imprese statali cinesi controllano i principali gruppi nell’elettricità, nella rete elettrica e nelle rinnovabili, la prima banca, la prima compagnia di assicurazioni e la più grande rete ospedaliera, mentre nella Grecia la cinese COSCO – la terza compagnia mondiale di trasporti di container e che fornisce servizi di spedizione e di logistica - controlla il porto del Pireo.

 

Certo, per ora non si mettono in crisi le alleanze internazionali o la costruzione europea, ma… diamo tempo al tempo…

 

 


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