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17/11/24 ore

Cassano, "Frocetti" d'Italia


  • Florence Ursino

Tutto ha avuto inizio da una rivelazione così sconcertante e sconvolgente che neanche un eventuale coming out di Benedetto XVI avrebbe potuto eguagliare lo shock: nella Nazionale azzurra di Prandelli, attualmente impegnata nei campionati europei di calcio, ci sono due omosessuali, un bisessuale e, udite udite, ben tre metrosexual (chi non sa cosa siano non è degno di vivere in questi anni di vivacissima rivoluzione sessuale).

 

A svelare il quarto segreto di Fatima ai microfoni di radio24, il pastorello del gregge smarrito della comunità gay italiana: Alessandro Cecchi Paone. “Possibile dunque che tra quei bei fustaccioni sudati che corrono virilmente su e giù per un campo dietro a una palla si nascondano due donne mancate, uno un po' confuso e tre...ehm...tre metroqualcosa?” è stata la domanda che ha tormentato per qualche ora gli indefessi rappresentanti della stampa italiana.

 

Così, tra una domanda tecnica e un'altra, durante una conferenza stampa a Cracovia, un intrepido giornalista sportivo ha pensato bene di far luce sull'urgente e spinosa questione rivolgendosi a chi, fra tutti, meglio avrebbe potuto riassumere, per imprinting culturale e abilità di parola, il pensiero dell'intera fauna calcistica: Antonio Cassano. “Sò froci? Problemi loro! Ve la spiego così, sennò mi attaccano da tutte le parti – ha dunque esordito sghignazzando il giocatore azzurro – so froci? Se la vedessero loro! Mi auguro che non ce ne sono veramente in nazionale, però se l'ha detto Cecchi Paone che ce stanno...”.

 

E fu l'Apocalisse. Dalla penisola italica schiere di angeli muniti di spada de foco e costume arcobaleno si alzarono in volo contro l'omofobo peccatore, pronti a tagliare la testa al figlio degenere di una nazione che rispetta e tutela l'orientamento sessuale di tutti i suoi cittadini (...).

 

Così, intrappolato nella ghigliottina mediatica del tanto caro politically correct, Cassano ha prontamente recitato il suo atto di dolore rammaricandosi del fatto che le sue dichiarazioni “abbiano acceso polemiche e proteste tra le associazioni gay”: “l'omofobia è un sentimento che non mi appartiene – ha precisato il calciatore - Non volevo offendere nessuno e non voglio assolutamente mettere in discussione la libertà personale delle persone. Ho solo detto che è un problema che non mi riguarda e non mi permetto di esprimere giudizi sulle scelte di altri, che vanno tutte rispettate”.

 

E mentre c'è chi invoca per il giocatore un'istantanea espulsione dagli Europei o quantomeno la sua esclusione dai prossimi incontri (perchè “chi manifesta odio verso gli altri non può rappresentarci degnamente in Nazionale”), un grazie di cuore va ad Alessandro Cecchi Paone, senza il quale il giornalismo italiano sarebbe privo di scottanti verità. Forza azzurri!


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